“IL GOVERNO PRENDE A SCHIAFFI LA SANITA’ PUBBLICA E FAVORISCE L’APPALTO AL LUCRO PRIVATO”: SECONDO SCIOPERO IN MENO DI UN MESE DI MEDICI, ANESTESISTI E VETERINARI PER PROTESTARE CONTRO LA MANOVRA ECONOMICA DEL GOVERNO MELONI
SONO SALTATI 25 MILA INTERVENTI E CENTINAIA DI VISITE SPECIALISTICHE)… I CAMICI BIANCHI LAMENTANO RISORSE INSUFFICIENTI, ASSUNZIONI BLOCCATE E GRAVE CARENZA DI PERSONALE CON SOVRACCARICHI DI LAVORO, PRONTO SOCCORSO INTASATI, LISTE D’ATTESA ANCHE DI ANNI E GIOVANI CHE SCAPPANO
Non hanno scioperato in quanto «servizi essenziali». Ma anche
nei pronto soccorso di tutta Italia la seconda protesta del mondo della sanità contro la manovra economica del governo Meloni si è fatta sentire con messaggi di solidarietà ai colleghi che invece in tanti si sono fermati partecipando a decine di presidi, assemblee e sit-in davanti agli ospedali per chiedere di «salvare la sanità pubblica».
E già viene annunciata una nuova mobilitazione in gennaio, ma stavolta di 48 ore. Almeno 9 interventi chirurgici non urgenti saltati su 10 con punte del 90% (secondo i sindacati) delle adesioni tra gli anestesisti, blocco quasi totale delle macellazioni seguito allo stop dei veterinari, oltre a centinaia di visite specialistiche rimandate (anche di mesi). E centinaia di professionisti in piazza davanti al ministero della Salute a Roma.
Il nuovo sciopero nazionale di 24 ore di medici, farmacisti e veterinari ha avuto «adesioni molto alte» e fino a 25 mila interventi saltati. Disagi si sono registrati in tutti i servizi ospedalieri e territoriali (esclusi quelli garantiti) e nella filiera agro-zootecnica-alimentare. È la seconda protesta di 24 ore in meno di un mese, dopo quella del 5 dicembre. E al centro della contestazione ancora una volta è la legge di Bilancio giudicata «l’ennesimo schiaffo al servizio sanitario pubblico e ai suoi professionisti» che da «eroi» durante la pandemia, «oggi sono trattati come un costo» preferendo «favorire l’appalto al lucro privato di chi fa della sanità un business».
Risorse insufficienti; assunzioni bloccate in una situazione di grave carenza di personale con sovraccarichi di lavoro, turni impossibili, pronto soccorso intasati; fenomeni di burnout; liste d’attesa anche di anni; giovani che scappano, «ogni anno 5 mila specialisti vanno verso mercati più gratificanti» denuncia la Cisl medici. [E poi c’è il caso pensioni saranno tagliate quelle di chi lascerà il lavoro in anticipo, indipendentemente dall’età. È escluso però chi matura i requisiti entro il prossimo 31 dicembre 2023. È durata solo poche ore invece l’ipotesi di allungare l’uscita volontaria a 72 anni di età. […] Il limite […] torna a 70 anni
(da il Corriere della Sera)
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