IL GOVERNO SI FA (FORSE) CON NCD, MA LO SOSTIENE FORZA ITALIA
NEL PROGRAMMA IL PREMIER IN PECTORE INSERISCE LA GIUSTIZIA… E IL PRESIDENTE NAPOLITANO GLI DETTA LA LINEA SULL’ECONOMIA
“Affronteremo a luglio i temi della giustizia”. Nella conferenza stampa di fine-consultazioni Matteo Renzi inserisce tra le riforme da fare nei primi mesi di governo il quinto capitolo del “vasto programma” illustrato dopo il colloquio di lunedì al Colle.
Lunedì la giustizia non c’era. È entrata in agenda, dopo il colloquio con Berlusconi?
A domanda specifica durante la conferenza stampa, Renzi prima prova a dire che no ne aveva parlato anche dopo l’incarico ricevuto al Colle. Poi prende tempo “non ho capito la domanda”. Poi divaga.
La giornata di ieri per il premier incaricato è tutto cinema, con Berlusconi che fa un comizio, gli assicura il voto su alcuni provvedimenti e si dice “felice” che ci sia un premier con la metà dei suoi anni. E Grillo che si siede al tavolo ufficiale, e gli parla addosso per nove minuti. Poi esce e fa un comizio anche lui. “Oggi hai ricevuto due pregiudicati, me e Berlusconi”.
Eccolo là , l’asse con Berlusconi, talmente evidente da non essere neanche negato.
Se Berlusconi lo sbandiera, Renzi non lo nega: “Scriveremo le riforme anche con l’opposizione”, dice.
Il Cavaliere ha dal premier incaricato la garanzia che la legge elettorale andrà avanti “senza cambiamenti” secondo i tempi fissati.
E da parte sua assicura che, pur restando all’opposizione, su temi come il fisco, il lavoro e la giustizia “se i provvedimenti saranno favorevoli ai cittadini, daremo l’ok, altrimenti diremo no”.
Renzi da parte sua assicura che “la maggioranza sarà la stessa del governo uscente”, ma subito dopo con la consueta strafottenza se n’esce così: “Vertice di maggioranza? Lo sapete, sono allergico”.
E, voilà l’incontro previsto nel pomeriggio con Ncd sparisce dall’agenda.
Alfaniani palesemente in difficoltà valutano l’ingresso nel governo. Difficile che possano farsi indietro, ma visto il patto evidente tra B. e Renzi la loro inutilità si palesa sempre di più.
E infatti Gaetano Quagliariello ammette che la situazione è un po’ inquietante, visto che le riforme dovrebbero essere “un alveo che parte dalla maggioranza ma che non deve disperdere il proficuo coinvolgimento di forze dell’opposizione”.
Ncd ha tutta l’intenzione — anche se dovesse entrare nel governo – di rendergli la vita difficile appena possibile.
I problemi del premier incaricato però, non finiscono qui. Intanto, ha il suo da fare. Ovvero il ministro dell’Economia.
In questi giorni, non ha fatto mistero di volere un politico. Il nome più probabile, quello di Graziano Delrio, supportato da due tecnici concordati con Draghi.
Un uomo di fiducia, che permetta a Renzi di tenerre in mano le cose. Ma la soluzione non piace troppo a Bankitalia (ieri Renzi va da Visco) e non piace soprattutto a Napolitano.
Dal quale Renzi si ferma per ben due ore nel tentativo di arrivare a una quadra.
Il Capo dello Stato su Guido Tabellini, l’ex Rettore della Bocconi, non molla.
“Un nome molto autorevole. Ma ho paura che non mi copra a sinistra”, ragiona Renzi in serata. Ma è pronto a cedere a questa richiesta, come ad altre.
Dal Capo dello Stato c’è stato due ore. “Siamo entrati molto nel merito delle cose”, dice, parlando di colloquio positivo. Renzi al Capo dello Stato ha anche detto di poter contare sull’opposizione morbida di Fi. Un’ipotesi che al Presidente non dispiace.
Poi, con i suoi, fa un punto della situazione: “Siamo molto avanti con il lavoro”. Anzi, in realtà è ancora più ottimista: “Sarei pronto a fare il governo anche prima di sabato, ma preferisco fare un discorso programmatico serio e rigoroso”.
Oggi e domani dovrà mediare con tutti, da Ncd che deve contare, alla minoranza Pd divisa con ogni branca che vuole il suo posto al sole, con i piccoli, con Napolitano.
Sabato dovrebbe presentare la lista dei ministri e lunedì e martedì chiedere la fiducia alle camere.
Ma se le cose dovessero mettersi male — oggi o tra un po’ — esiste sempre il piano b. Magari una sorta di monocolore democratico con l’appoggio esterno di Berlusconi.
Wanda Marra
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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