IL GOVERNO TRE VOLTE SOTTO: I FINIANI HANNO DIFESO IL DIRITTO INTERNAZIONALE, LA RUSSA AVALLA INVECE DEGLI ASSASSINI
IL TESTO DELL’EMENDAMENTO APPROVATO IERI ALLA CAMERA CON IL VOTO DETERMINATE DI FUTURO E LIBERTA’ DIMOSTRA CHE CICCHITTO E LA RUSSA RACCONTANO PALLE… NESSUN VIA LIBERA AI CLANDESTINI, SOLO TUTELA DELLA LEGGE CHE SANCISCE IL LORO DIRITTO A PRESENTARE RICHIESTA DI ASILO POLITICO: LA DITTATURA LIBICA, CON LA QUALE L’ITALIA INTRALLAZZA, E’ UNA VERGOGNA DELL’UMANITA’
Tre volte sotto. E non su un argomento qualunque, ma sul discusso trattato di amicizia Italia-Libia.
Tutto è cominciato con l’emendamento presentato dal radicale Mecacci, approvato con i voti di Futuro e Libertà , con il quale si chiede che i respingimenti vengano effettuati in base agli accordi internazionali e ai principi umanitari.
E ancora, il governo viene impegnato a “sollecitare con forza le autorità di Tripoli affinchè ratifichino la Convenzione Onu sui rifugiati e riaprano l’ufficio dell’Unhcr a Tripoli quale premessa per continuare le politiche dei respingimenti dei migranti in Libia”.
Parere contrario del governo, approvazione dell’Aula.
Da lì, come una reazione a catena, l’esecutivo, rappresentato dal sottosegretario Mantica, ha visto altre due volte soccombere i gruppi di maggioranza.
Polemiche immediate, ovviamente, con i finiani accusati ancora una volta di tradimento e di voto “boomerang”.
E invece, bisognerebbe riflettere su un dato importante: i respingimenti sono stati il primo argomento di attrito tra Gianfranco Fini e il Pdl, ben prima degli strappi finali e della creazione del nuovo soggetto politico.
Ecco, dunque, che il voto di oggi più che una prova tecnica di non si sa bene cosa, rappresenta il coerente tentativo di dar vita a una destra nuova, una destra dei diritti che non asseconda o addirittura incentiva la clandestinità , ma che al contempo non può chiudere tutti e due gli occhi di fronte a un evidente problema di diritti umani.
Fini lo aveva detto chiaramente a Perugia: centralità della persona, dell’individuo e dei suoi diritti. E nemmeno il più acceso berlusconiano duro e puro può mettere in discussione l’onestà intellettuale di chi oggi ha voluto trasformare in atto concreto quella dichiarazione di intenti.
Nessun via libera all’immigrazione clandestina nè uno stop ai respingimenti.
Il problema riguarda la Libia, le sue credenziali sul tema spinoso e fondamentale dei diritti umani.
Il governo italiano ha scelto di “appaltare” alle autorità libiche la verifica dello status di rifugiato.
Siamo sicuri che Tripoli voglia e possa farlo? Questo è il punto della questione e gli esponenti di Futuro e Libertà lo stanno ripetendo come un mantra, confidando nella buona fede di chi, magari avversario politico, tenta di modificare la realtà dei fatti per strumentalizzazioni di basso livello.
Piuttosto che urlare al tradimento o alle prove di una nuova maggioranza, gli esponenti del Popolo della Libertà farebbero meglio a riflettere sulle loro posizioni in materia di garanzia dei diritti civili, soprattutto quelli connessi all’immigrazione.
Un partito di centrodestra moderno ed europeo non può delegare a Gheddafi e ai leghisti un tema del genere.
In caso contrario, ed è la strada scelta ormai da tempo dal Pdl, il centrodestra moderno ed europeo si trasforma in un partito xenofobo di estrema destra che sacrifica i diritti dell’individuo sull’altare della pur condivisibile lotta all’immigrazione clandestina.
Ma leggiamo bene l’emendamento, a firma del radicale Mecacci, che richiede all’esecutivo di “impegnarsi a rivedere il trattato di amicizia con la Libia alla luce di quanto accaduto recentemente, a chiarire i termini degli accordi relativi ai pattugliamenti congiunti in corso, in particolare per quanto riguarda la catena di comando e le regole d’ingaggio, incluso l’uso delle armi durante tali operazioni; ad attivarsi, sia attraverso i contatti bilaterali con Tripoli, che a livello internazionale, per ottenere che la Libia riconosca i confini marittimi sanciti dal diritto internazionale e consenta ai pescatori siciliani di pescare legalmente in acque internazionali senza il rischio di subire attacchi armati o il sequestro dei pescherecci”.
Previsto anche che si sospenda “la politica dei respingimenti dei migranti in Libia, anche alla luce di quanto accaduto negli ultimi mesi, dato che tale politica viola sia il principio fondamentale di non respingimento (non-refoulement) previsto dalla Convenzione di Ginevra relativa allo status dei rifugiati del 1951 (ratificata dall’Italia nel luglio 1954) e considerato un principio di diritto internazionale generale, sia il pieno accesso alle procedure di asilo nell’Unione europea”.
La reazione di Ignazio La Russa e di Cicchitto sta in questa delirante dichiarazione: “Oggi l’Aula di Montecitorio ha voluto indebolire l’azione del governo che in questi due anni ha combattuto contro l’immigrazione clandestina. Questo è stato possibile per la posizione irresponsabile dei deputati del Fli che hanno tradito un preciso impegno assunto tutti insieme di fronte agli elettori. Fli ha dichiarato oggi, nel modo più fragoroso, che vuole il ritorno dei barconi carichi di clandestini, merce umana in mano alla criminalità “.
La verità è che ora risulta palese chi difende le convenzioni internazionali che l’Italia ha firmato e chi difende invece degli assassini, chi vuole verificare se un clandestino ha o meno il diritto a ottenere il diritto di asilo politico e chi vuole impedirgli di fare persino la richiesta, delegando il suo affogamento a terzi, tra chi difende la prassi in uso nei paesi democratici e chi intrallazza con i regimi militari.
Dovrebbero vergognarsi semmai coloro che non hanno mai risarcito gli italiani cacciati dalla Libia da un attentatore criminale e che a quel soggetto hanno pochi mesi fa regalato 5 miliardi di dollari per “danni di guerra” che solo dei coglioni potevano riconoscergli.
Gli stessi che quando costui arriva in visita in Italia si genuflettano ai suoi piedi da servi quali sono, fornendogli pure ragazze immagine per fare propaganda religiosa.
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