IL LEGHISTA E LA DYNASTY DEI RUBINETTI
VERBANIA, IL SENATORE INDAGATO AI PM: “DIFESI IL MADE IN ITALY”
Il senatore che si picca e picchia, la dinastia che tra faide e agguati a pistolettate (forse) autoprodotti somiglia ormai a Dynasty, il pensionato ex dipendente di banca che diventa il ragioniere del male, e intanto dai rubinetti scende un gran marcio, fondi neri, conti esteri, evasione.
L’orizzonte resta ampio, dolce e vario, il lago Maggiore da una parte e il lago d’Orta dall’altra.
Ma sempre dai rubinetti si deve partire. Per tradizione, essendo questo il distretto nazionale delle valvole che a fatica resiste alla concorrenza cinese; e per l’andazzo attuale, con l’inchiesta delle Procure di Verbania e Novara sulla frode fiscale da 200 milioni della Giacomini spa – colosso dei rubinetti, degli impianti di riscaldamento e raffreddamento, oltre 130 milioni di fatturato – e la partecipazione della Lega.
Lo chiamano il senatore ultrà , lui si vanta d’aver mandato a quel paese Renato Schifani, non rinnega le risse alle partite del Verbania calcio, del quale Enrico Montani, 45 anni, è patron e la moglie presidentessa.
La squadra in tre anni è salita di due categorie, dalla Promozione alla Serie D.
Merito della campagna acquisti voluta dallo stesso Montani, in quest’inchiesta indagato per corruzione aggravata.
Battagliando a Palazzo Madama avrebbe favorito i Giacomini per ottenere contributi nel settore dell’energia eolica con l’aiuto del sottosegretario alla Giustizia Andrea Zoppini, indagato per frode fiscale e dimessosi.
Ieri mattina Montani si è presentato in Procura. «Mi sono battuto per il made in Italy contro l’invasione asiatica. Mazzette? Nel rispetto delle regole, io ho sostenuto il progetto di un’azienda locale da 800 dipendenti che dà lavoro a un paese intero, San Maurizio d’Opaglio».
Del flusso di denaro oltreconfine dei Giacomini, Montani dice di non saper nulla.
Del resto, Corrado ed Elena Giacomini, i due fratelli arrestati, «li ho visti quattro volte in tutto».
Pari allo zero gli incontri con l’ultimo Giacomini, Andrea, 40 anni, estromesso dall’azienda e grande accusatore delle presunte malefatte fiscali della Giacomini spa.
I magistrati, coordinati dal procuratore capo di Verbania Giulia Perrotti, cercano di ricostruire il trasferimento all’estero di ingenti somme di euro. Lussemburgo e Nordafrica. I carabinieri di Novara, che conducono le indagini, hanno effettuato lunghe trasferte aeree per accertamenti saltando tre notti consecutive di riposo.
Non riescono a pigliar sonno, nel caldo affollato delle celle, Corrado ed Elena, 56 e 53 anni, strappati al lusso delle ville sul lago d’Orta.
Niente penitenziario ma domiciliari per Giulio Sgaria, classe ’38, vecchio dipendente di Intesa Sanpaolo, che gestiva la contabilità parallela della società .
La quarta persona arrestata è Alessandro Ielmoni, noto per esser finito nel crac Parmalat. Avrebbe avuto un ruolo fondamentale e strategico nell’organizzazione criminale. «Mah… Organizzazione criminale…».
La Lega oltre che scettica è infuriata, parla di «gravi violazioni» dei pm a danno di Montani, perquisito «senza che gli sia giunta alcuna richiesta».
Comunque, il senatore si professa «sereno». L’opposizione approfitta per martellarlo e cita il suo cavallo di battaglia da fresco assessore del Turismo di Verbania: «Una balera dove si balli la samba».
E sui Giacomini, cosa dice la gente? Che pare un «giallo». Il 6 settembre, stando alla sua denuncia, tre tipi spararono contro Corrado, a bordo della Porsche.
La descrizione dell’agguato, dal punto di vista balistico, fu considerata poco plausibile. Prima in città si disse che era stato Andrea, ora la vulgata vuole lo stesso Corrado aver imbastito la sceneggiata.
Quanti misteri. Di vero, anzi granitico, qui c’è solo la devozione di Andrea per la Madonna di Medjugorje.
Avrebbe speso un’infinità di soldi, pure questi andati all’estero, e in famiglia non avrebbero gradito.
Andrea Galli
(da “Il Corriere dela Sera“)
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