IL PADRE DI ILARIA SALIS IN CARCERE IN UNGHERIA: “E’ ENTRATA A TESTA ALTA E CON IL SORRISO, DALL’ITALIA FINORA SOLO CHIACCHIERE”
“LE IMMAGINI PARLANO CHIARO, DEVE TORNARE IN ITALIA”
La 39enne maestra elementare di Milano Ilaria Salis si trova in carcere a Budapest da febbraio 2023. Militante antifascista, è accusata di aver aggredito alcuni manifestanti di estrema destra insieme ad un gruppo di estrema sinistra (senza mai aver fornito prova di questa accusa)
Secondo le informazioni che arrivano dalla sua difesa, il tribunale le ha proposto un patteggiamento a 11 anni di carcere. Attualmente si trova in custodia cautelare a causa di un presunto periodo di fuga. E ieri ha sfilato in aula in manette e catene. Oggi il padre Roberto Salis parla con il Corriere della Sera delle condizioni della figlia. E nella quale dice che «le immagini parlano chiaro: Ilaria deve tornare in Italia». Accusando le istituzioni: «Da loro finora solo chiacchiere».
Emotivamente difficile
«Sapevo che sarebbe stato emotivamente molto difficile, per me e mia moglie, vedere Ilaria trascinata in catene in tribunale. Ma di fronte a questo, certo non mi fermo, anzi, mi sento sempre più motivato a tirarla fuori di lì», esordisce Roberto Salis. Che dice di essere riuscito a incontrarla da poco per la prima volta da un anno a questa parte e senza vetri divisori: «È entrata a testa alta, con il sorriso».
Ricorda che la figlia si è dichiarata innocente e che porterà le prove per dimostrarlo, «ma il punto è un altro: mia figlia deve uscire di lì, bisogna tirarla fuori. Denunciamo da tempo le condizioni in cui è detenuta, la privazione dei diritti fondamentali di una cittadina italiana, in un Paese europeo. Non è civile celebrare un processo equo in queste condizioni. Su questo mi sarei aspettato una indignazione trasversale».
L’indignazione che non c’è
Invece, dice Salis a Federico Berni, «mi tocca leggere ancora certi titoli che la definiscono come “l’anarchica” e cose simili. mia figlia ha preso le distanze da certe posizioni già da tempo. Lei è un’antifascista, punto». Sul ministro Antonio Tajani che ha annunciato di essersi mosso per le vie diplomatiche Salis commenta: «Solo chiacchiere». Mentre oggi vedrà l’ambasciatore italiano in Ungheria: «Ma è la prima volta da un anno. Il personale dell’Ambasciata, in questi mesi, è riuscito a prendere contatti, ma il risultato è stato pari a zero. Ilaria è ancora in carcere, e ieri ha fatto ingresso in aula in catene. L’hanno vista tutti no? Cosa serve ancora a capire la gravità della situazione?». Infine, dice che per una legge del 2009 Ilaria può restare ai domiciliari in Italia: «Ma ci siamo sentiti dire che siccome non è stata mai applicata, allora non si può attuare».
(da Open)
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