IL PARADOSSO DEI DAZI: GIORGIA MELONI, CHE NON HA VOTATO URSULA VON DER LEYEN, È A FAVORE DELL’ACCORDO TRA USA E UE; ELLY SCHLEIN, CHE SOSTIENE LA COMMISSIONE UE, È CONTRARIA
LA SEGRETARIA DEL PD PARLA DI “FALLIMENTARE ACCONDISCENDENZA” DELL’EUROPA VERSO GLI STATI UNITI E L’OPPOSIZIONE TUONA CONTRO LA “RESA” A TRUMP… PER UNA VOLTA IL M5S E CALENDA LA PENSANO ALLO STESSO MODO: “È UNA CAPITOLAZIONE PER L’UE E UN’UMILIAZIONE PERSONALE PER VON DER LEYEN E MELONI”
Disfatta, resa, umiliazione. L’intesa sui dazi tra Europa e Stati Uniti scatena la protesta delle opposizioni.
Ancora prima della notizia dell’accordo la segretaria del Pd Elly Schlein, da Paestum, già parlava senza mezzi termini di «fallimentare accondiscendenza» nei confronti dell’amministrazione americana.
Dopo l’annuncio di Trump il primo a commentare è il leader di Azione Carlo Calenda:
«Non è un accordo ma una capitolazione dell’Europa. Tariffe a zero contro 15% e acquisti di energia per 750 miliardi e armi a piacere, più 600 miliardi di investimenti europei in Usa. Stasera mi vergogno di essere europeo».
L’ex ministro dello Sviluppo economico è durissimo con von der Leyen: «Ha fatto la figura della scolaretta e dovrebbe essere mandata via seduta stante».
Un attacco diretto alla presidente della Commissione europea arriva anche dai 5 stelle, che per una volta sono sulla stessa linea di Calenda: «È una capitolazione per l’Ue e un’umiliazione personale per Ursula con der Leyen e Giorgia Meloni», dice il capodelegazione pentastellato al Parlamento europeo, Pasquale
Tridico.
Il leader del Movimento 5 stelle dichiara Trump vincitore e due sconfitti: l’Unione europea e Giorgia Meloni. «La nostra patriota della domenica si conferma non all’altezza, tanto quanto Ursula von der Leyen, la realtà è un pugno allo stomaco.
L’Italia – afferma Conte – è governata da una classe politica senza spina dorsale che si sciacqua la bocca con la parola patriottismo, salvo poi chinare la testa davanti al potente di turno».
Dal responsabile economia del Partito democratico Antonio Misiani arriva un’analisi molto severa: «La resa senza condizioni dell’Europa è frutto delle divisioni tra gli Stati dell’Europa con il governo Meloni in prima fila a spingere per la linea morbida. Con Trump, una strategia suicida. Per l’Italia questi dazi sono insostenibili». Misiani chiede con forza un piano «serio e credibile» per sostenere le imprese e i lavoratori.
«Per la premier Meloni è positivo, per me invece è profondamente negativo», sottolinea l’europarlamentare e presidente del Pd Stefano Bonaccini, che spiega: «Meloni, che contava sull’amicizia di Trump per non avere dazi e parla di accordo positivo, surreale».
/da agenzie)
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