IL PARADOSSO DELLA STRETTA “PATRIOTA”: NEGA I DIRITTI MA AIUTA GLI IRREGOLARI
A PAROLE CONTRO L’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, POI IL GOVERNO LA FA AUMENTARE
Ridurre la protezione umanitaria non ridurrà gli sbarchi. Come si è visto all’epoca dei primi decreti Salvini cui ora si sta tornando senza aver imparato nulla, aumenterà soltanto il numero di chi diventerà clandestino, fuori dai percorsi di integrazione, esposto ad ogni forma di sfruttamento e di illegalità, ma anche fuori da ogni forma di controllo e monitoraggio. Così come l’aumento delle pene per gli scafisti, per altro senza distinzione tra coloro che lo fanno di professione e coloro cui viene messo in mano il timone perché si arrangi a portare i propri compagni a destinazione, non diminuirà gli sbarchi e neppure scalfirà gli affari di chi lucra sul traffico di essere umani senza rischiare la vita in traversate su mezzi di fortuna.
Anche se fosse vero che la protezione internazionale non sempre porta ad una effettiva integrazione, come sostiene il governo per giustificare la decisione, ciò non elimina il dovere della protezione a chi nel proprio Paese rischia la vita. Piuttosto dovrebbe imporre di lavorare di più e meglio per favorire l’integrazione, uscendo da un approccio puramente emergenziale, invece accentuato da questo governo. Bisognerebbe rafforzare le forme di accoglienza diffusa, di piccoli gruppi, accorciando i tempi della permanenza nei centri di prima accoglienza, spesso in condizioni indecenti. Invece, come hanno anche di recente denunciato alcuni Comuni a proposito dei minori non accompagnati (che hanno per principio diritto alla protezione), si continua a favorire la concentrazione in pochi Comuni, sovraccaricandoli di responsabilità e rendendo difficili le attività di integrazione. Il sistema Sprar dell’accoglienza diffusa è stato fortemente ostacolato dai partiti attualmente al governo, è stato di fatto smantellato all’epoca dei primi decreti Salvini.
È davvero paradossale che un governo che ha nel contrasto all’immigrazione clandestina uno dei punti centrali della propria agenda, faccia di tutto per aumentarla, contemporaneamente ledendo i diritti umani di persone, inclusi molti minorenni, in condizione di forte vulnerabilità. Non abbiamo avuto dubbi nell’accogliere profughi ucraini in fuga dalla guerra. Perché dobbiamo negare una analoga protezione a chi fugge da guerre civili, persecuzioni politiche, forti limitazione della libertà nel proprio Paese e anzi pretendiamo di rimandarlo proprio là da dove è fuggito? È ipocrita condannare chi rapisce le ragazze che vanno a scuola in Nigeria, o costringe i bambini a fare i soldati, chi impone in Afghanistan un regime truce e misoginia, chi in Iran, pur di mantenere il potere, imprigiona e uccide in massa i dissidenti – per citare solo alcune delle società violente e nemiche dei propri abitanti – per poi negare protezione a coloro che sono riusciti a fuggire.
(da La Stampa)
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