“IL PD NON PUO’ LASCIARE AL M5S LA BATTAGLIA SULLA DECADENZA”
LA POLITOLOGA GUALMINI: “L’ELETTORATO E’ VOLATILE, BASTA UN ERRORE E SI PAGA CARO”… “I SONDAGGI CON DUE PARTITI SENZA LEADER SONO INAFFIDABILI”
Il Pd è in una sorta di vicolo cieco.
La legge impone una scelta e i Democratici non possono che prenderne atto, votando la decadenza di Berlusconi”.
Elisabetta Gualmini, presidente dell’Istituto Cattaneo, docente di Scienza Politica all’Università di Bologna, parla da un osservatorio privilegiato.
E spiega: “L’elettorato è molto mobile, volatile. Non esistono più i criteri di fedeltà di una volta, per cui si tende a votare sempre lo stesso partito”.
Uno scenario, dunque, molto poco prevedibile.
“I sondaggi, con due partiti senza leader (Berlusconi è praticamente in esilio, e Renzi non è stato ancora eletto) sono del tutto inaffidabili”.
Professoressa, in una situazione come questa una mossa sbagliata sembra particolarmente grave, potenzialmente letale
Il Pd non può sbagliare. E questa volta sembra averlo capito.
Si va verso un allungamento dei tempi. Non è un errore?
Sì, se i tempi si dilatano troppo, e questo rinvio è solo l’inizio di altre giravolte, si avrebbe subito l’impressione che il Pd sta tergiversando.
I Democratici sentono anche elettoralmente il fiato sul collo dei Cinque Stelle?
Nella Giunta il Movimento sta dicendo che “il re è nudo”. Il Pd non può perdere la faccia di fronte ai grillini. E rispetto alla base a questo punto dovrebbe votare la decadenza di Berlusconi. Di fronte al suo elettorato deve giocare la carta della coerenza.
Che senso ha questo continuo alzare il tiro da parte del Pdl, se poi il 19 ottobre comunque arriva l’interdizione dai pubblici uffici a Berlusconi?
Il Pdl continua a fare minacce sapendo di non poterle mantenere. È un modo per allungare il brodo: non sanno se far saltare il banco, o stare lì senza Berlusconi. Tra l’altro, la questione dell’eccezione di costituzionalità sulla legge Severino non sta in piedi, visto che loro non solo l’hanno votata, ma hanno anche insistito per accelerare.
Il governo quante possibilità ha di resistere?
Premetto che per me la stabilità non può essere un alibi. Sono tre settimane che un giorno sì e un giorno no si dice che il governo deve cadere. È evidente che non viaggia su basi solide, e non è certo in grado in questa situazione di fare le grandi riforme istituzionali. Trovo paradossale anche il fatto che il Pd dica che le vicende giudiziarie di Berlusconi vanno distinte da quelle del governo.
Come si incrocia la situazione del governo con quella del congresso?
Mentre sulla decadenza di Berlusconi il Pd è stranamente compatto, rispetto al congresso le cose sono più complesse. a data ancora non c’è. Nonostante il salto collettivo sul carro del vincitore, Matteo Renzi, assuma fattezze tragicomiche. È abbastanza normale che alcuni vedendo la possibilità di vincere cambino bandiera, ma questi voltafaccia di 360 gradi sono pericolosi per chi li fa e per lo stesso Renzi.
Il congresso alcuni vorrebbero evitarlo
C’è una parte del partito che spera si arrivi alle elezioni, così si saltano le primarie per la segreteria e si arriva direttamente a quelle per la premiership. Questo sarebbe un boomerang, dopo il risultato elettorale che c’è stato.
Qual è lo scenario che lei vede più probabile?
Il voto subito mi sembra un’ipotesi remota. La possibilità più concreta mi pare — se questo esecutivo cade — un altro governo del Presidente, un governo di scopo, non guidato da Enrico Letta. Napolitano per le larghe intese si è speso moltissimo, non permetterebbe maggioranze diverse. Le urne si aprirebbero in primavera
E questo converrebbe al Pd e a Renzi?
Questo sarebbe per loro lo scenario migliore: permetterebbe ai Democratici di fare un congresso vero e a Renzi di stabilizzarsi alla guida del partito. Non fare il congresso sarebbe sbagliatissimo.
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