IL RECORD DEL LAVORO E’ PRECARIO
SOLO IL 10% DEI 500.000 NUOVI ASSUNTI HA UN CONTRATTO A TEMPO INDETERMINATO
Il lavoro registra un nuovo record storico degli occupati, al top da 40 anni, che aumentano di 345 mila unità . Ma i nuovi assunti sono quasi tutti a tempo determinato.
L’Istat, nel suo rapporto del mese di novembre 2017, ne ha contati 23 milioni e 183 mila. Oltre 60mila in più di ottobre. Più 83mila nell’ultimo trimestre, più 345 mila dal novembre 2016. Si tratta del massimo dall’inizio delle serie storiche nel 1977.
Il tasso di occupazione sale di 0,2 punti percentuali al 58,4%. Gli occupati risultano in aumento dello 0,3% rispetto a ottobre e dell’1,5% rispetto a novembre 2016.
Ma quasi mezzo milione di lavoratori dipendenti in più, 450 mila sono a termine e solo 48mila sono a tempo indeterminato (un rapporto di quasi uno a dieci). Calano poi i lavoratori indipendenti: sono 152 mila in meno rispetto a un anno prima.
Il governo fa partire i suoi conteggi dal 2014, anno primo dell’era Jobs act, e quindi parla di un milione e 29 mila occupati in più con ben 541mila posti a tempo indeterminato.
In realtà la fotografia degli ultimi 11 mesi del 2017 è diversa: rispetto al novembre 2016 ci sono infatti 497 mila lavoratori dipendenti in più, ma di questi solo 48 mila sono assunti con contratti permanenti, mentre i restanti 450 mila sono a termine: in un anno sono saliti del 18,3% ed ora valgono il 16% del totale (2,9 milioni contro 14,9).
In pratica «10% di permanenti e 90% a termine. Questa la composizione dei nuovi occupati negli ultimi 12 mesi», annota il direttore della Fondazione Adapt, Francesco Seghezzi che segnala come tra settembre e novembre si contino 101mila contratti a termine in più e 16mila indeterminati in meno.
Lorenzo Salvia sul Corriere invece spiega che nella fascia d’età tra i 15 e i 24 anni il tasso di disoccupazione, cioè la percentuale di disoccupati sul totale degli attivi, è sceso a novembre al 32,7%. Rispetto al mese precedente il calo è di 1,3 punti percentuali. La situazione è migliorata in confronto al periodo più nero della crisi, il marzo del 2014, quando toccammo il 43,6%. Ma siamo ancora lontani dal periodo precrisi: all’inizio del 2007 la disoccupazione degli under 24 era poco sopra il 20%.
Rispetto al novembre 2016 i lavoratori dipendenti sono cresciuti di quasi mezzo milione. Solo 48 mila, però, hanno un contratto a tempo indeterminato. Tutti gli altri sono a termine.
(da “NextQuotidiano”)
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