IL RITORNO DI SAINT-JULIEN
A VOLTE RITORNANO
Ma chi glielo fa fare? All’ex ministro bocciofilo Gennaro Sangiuliano, dico. Le burrasche della vita lo avevano spiaggiato a Parigi, trasformandolo in Saint-Julien: corrispondente Rai, che è quasi meglio di ambasciatore. Un ruolo di immenso prestigio e di tutto riposo, dove il peggio che può capitarti è un’unghiata in fronte da Carla Bruni. Invece il nostro eroe rinuncia al paradiso del giornalista per tornare nel wrestling della politica, stavolta come capolista dei Fratelli di Campania. Oltretutto contro la sua nemesi, quella Maria Rosaria Boccia che per qualche tempo, in un afflato di follia, pezzi di sinistra elevarono a martire del femminismo e dell’antifascismo, e che infatti ora si candida nelle liste del destrorso maschilista Bandecchi, uno al cui confronto Vannacci pare il Mahatma Ghandi.
Ma allora perché Saint-Julien è voluto ridiventare Sangiuliano? Non è certo il primo giornalista a usare la Rai come un taxi per andare a Palazzo. Lo hanno fatto in tanti, di destra e di sinistra. Solo che quasi tutti sono tornati indietro appena possibile, e raramente ci hanno riprovato. Lui invece vuole dimostrare, forse a sé stesso, di essere bravo in un mestiere che chiaramente non è il suo, perché richiede cinismo e cattiveria: due dei pochi o tanti difetti che Sangiuliano non ha. Comunque, bentornato. Aspettiamo con trepidazione la prima conferenza stampa, nella quale ci parlerà del celebre vulcano che sovrasta Napoli: l’Etna.
(da corriere.it)
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