IL SEQUESTRATORE DI PERSONE VIOLA LA LEGGE, NON PUO’ IMPEDIRE LO SBARCO, LA PROCURA DI AGRIGENTO APRE UN FASCICOLO
IL PROCURATORE PATRONAGGIO STA ASPETTANDO IL RAPPORTO DELLA POLIZIA
Il procuratore Luigi Patronaggio e l’aggiunto Salvatore Vella, gli stessi magistrati che questa estate iscrissero il nome del ministro Salvini nel registro degli indagati per il caso Diciotti con l’accusa di sequestro di persona, non hanno ancora aperto un fascicolo ma lo faranno nelle prossime ore appena arriverà dalle forze di polizia comunicazione ufficiale di quanto sta avvenendo al largo di Lampedusa.
Il primo passo sarà esaminare le comunicazioni via radio tra la Guardia di finanza e il comandante della nave che ha ignorato l’ordine di non entrare in acque territoriali adducendo motivi di sicurezza della nave e di salute delle persone a bordo.
Per la prima volta il braccio di ferro tra il Viminale e le Ong riguarda una nave italiana alla quale, dunque, non può essere intimato ( come sempre avvenuto finora) di andare a sbarcare i migranti nel Paese di cui batte bandiera.
Ma quale sarà la soluzione di questo braccio di ferro non è per nulla chiaro.
Al momento le uniche cose certe sono che il Viminale non concederà l’approdo in porto e denuncerà il comandante della nave per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina
Cosa fare dei 49 migranti a bordo (di cui ovviamente nessun altro Paese ha il dovere di farsi carico) la direttiva del Viminale non lo dice.
La conclusione del documento, rivolta ai vertici delle forze dell’ordine, della Marina e della Guardia costiera, si limita infatti ad un invito a “impartire le conseguenti indicazioni operative al fine di prevenire, anche a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica dello Stato italiano, l’ingresso illegale di immigrati nel territorio nazionale”.
Ma come non si sa. Da qui l’intimazione dell’alt da parte della Guardia di finanza all’ingresso nelle acque territoriali italiane, “contraddetto” in punto di fatto dalla concessione del punto di fonda da parte della Capitaneria di porto di Lampedusa che ha il dovere innanzitutto di garantire la sicurezza dell’imbarcazione ritenuta in difficoltà per le condizioni meteomarine.
Nell’impossibilità di chiudere fisicamente le acque territoriali con un blocco navale che le norme non consentono, e non è neanche di competenza del ministero dell’Interno, quello che si preannuncia è l’ennesimo braccio di ferro sulla pelle di 49 migranti nel quale questa volta l’Italia non potrà invocare la responsabilità dell’Europa nè pretendere una suddivisione in quote dei migranti.
Anche perchè — vale ricordarlo — quelli che l’Italia doveva prendersi dell’ultimo sbarco a Malta di una nave umanitaria destinati alle Chiese evangeliche — sono tutti a La Valletta. .
(da agenzie)
Leave a Reply