IL SEXY-GATE ORA TOCCA ALL’IDV: PRESTAZIONI SESSUALI IN CAMBIO DI UNA PROMESSA DI LAVORO IN PARLAMENTO
A BARI SCATTA UNA DENUNCIA A CARICO DEL SEN. PEDICA E DELL’ON. ZAZZERA DA PARTE DI UNA DONNA CHE PARLA DEI RICATTI SUBITI…LA DENUNCIA PRESENTATA DAL RESPONSABILE PUGLIESE IDV DELL’OSSERVATORIO SULLA LEGALITA’
La storia che emerge è un misto di sesso e politica, segreti e fragilità umane.
Uno scenario tutto da dimostrare, naturalmente, al centro del quale si trova C. M., una donna di 31 anni che Cagnazzo incontra nell’aprile 2010 negli uffici baresi dell’Italia dei Valori.
“Dopo alcune frequentazioni”, scrive nella denuncia, “mi accorsi del fatto che versava in uno stato di non indifferente alterazione emotiva”, tant’è che in seguito, acquisita maggiore familiarità , “mi confidava di essere stata vittima di insistenti avances e ricatti da parte del senatore della Repubblica Stefano Pedica e del deputato Pierfelice Zazzera, entrambi iscritti all’Idv”. Personaggi non secondari. Zazzera, 43 anni, all’epoca dei fatti era parlamentare Idv e coordinatore regionale del partito in Puglia.
Mentre il senatore Pedica, 53 anni, ha una storia che parte dalla Democrazia cristiana, continua nell’Udr di Francesco Cossiga, e sfocia dopo la fondazione del Movimento cristiano democratici europei nel partito dipietrista.
“La stessa M.”, scrive Cagnazzo, “mi riferiva che, avendo partecipato in qualità di simpatizzante a diversi dibattiti e conferenze, aveva conosciuto entrambi gli esponenti”.
E che tutti e due avrebbero iniziato, in tempi diversi, “a compulsarla con insistenti inviti e richieste di appuntamenti al di fuori dell’ordinaria attività politica”.
L’intenzione della donna (“Laureata in giurisprudenza e inoccupata”) nell’accettare una serie di inviti, è a detta di Cagnazzo “comprendere se ci fossero opportunità di lavoro”.
Tant’è che Zazzera, “avendone carpito lo stato di necessità (…) continuò a tempestarla di telefonate e sms con ripetuti inviti a incontri clandestini”, svoltisi all’hotel A. di Massafra (Taranto) “dal maggio 2009 all’ottobre 2009”.
Circostanze, recita la denuncia, che “si possono evincere benissimo dai registripresenze del suddetto albergo”, e che comprenderebbero la promessa di Zazzera a M. “di farle ottenere un posto di lavoro presso l’ufficio legislativo del Parlamento “.
In cambio, si legge, l’onorevole “chiedeva favori sessuali”, e M., “per quanto mi ha riferito, proprio perchè versava in gravi difficoltà (…) accettò di accondiscendere alle richieste”.
In questo contesto, dunque, va ambientata la seconda parte della vicenda.
A un certo punto, Cagnazzo racconta che Zazzera avrebbe invitato “M. a Roma presso il proprio alloggio privato dicendole che era necessaria la presenza di lei, sia perchè consegnasse il curriculum, sia per sottoscrivere (…) documenti finalizzati a perfezionare un rapporto di lavoro”.
L’onorevole, anche in quei giorni, avrebbe chiesto alla donna “insistentemente prestazioni sessuali, promettendole in cambio il proprio definitivo interessamento per la stipula di un contratto”.
Dopodichè, scrive Cagnazzo, “M., per quanto mi ha riferito, accettò di avere ancora un rapporto sessuale”.
Sentendosi però precisare da Zazzera che, “se avesse voluto guadagnare definitivamente il ruolo, avrebbe dovuto dedicare le medesime attenzioni sessuali al senatore Pedica”; il quale, “secondo quanto disse Zazzera, avrebbe anche lui messo la buona parola”.
Il resto è presto sintetizzato.
Pedica, denuncia Cagnazzo, avrebbe raggiunto la donna all’hotel M. di Brindisi.
Un incontro in cui “il senatore disse che per avere determinati benefici, avrebbe dovuto avere rapporti sessuali con lui”.
Da parte sua, si legge nella denuncia, “M. accettò ed ebbe, nel dicembre 2009, un rapporto sessuale con il senatore”. E sarebbe stato il preludio di un ulteriore appuntamento, “sempre a fini sessuali, nel gennaio 2010”.
Finchè, “constatando che nulla si muoveva sul fronte del lavoro, M. interruppe i rapporti anche telefonici con i due”.
Scoprendo in seguito, “con somma sorpresa, di risultare tra i candidati alle elezioni regionali 2010 per la Puglia, nella lista Idv, pur non avendo mai proposto nè tantomento accettato la propria candidatura”.
Per quest’ultimo aspetto, riferisce Cagnazzo assistito dall’avvocato Renato Bucci, la signora “mi disse di essersi rivolta a un legale”.
E sempre Cagnazzo, a seguito di questa vicenda, dichiara di essersi autosospeso da responsabile dell’Osservatorio Idv pugliese sulla legalità : “Cosa che avvenne nel maggio 2010”.
Ora tocca agli inquirenti il non facile compito di scoprire che cosa sia veritiero, e cosa eventualmente no, in questa brutta vicenda.
Una verifica che, per evidenti ragioni, si spera avvenga al più presto.
Riccardo Bocca
(da “L’Espresso“)
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