IL SONDAGGIO DI REPUBBLICA PREMIA CALENDA COME CANDIDATO SINDACO DEL CENTROSINISTRA A ROMA PER LE PROSSIME COMUNALI
IL CENTRODESTRA NON E’ MESSO MEGLIO SE L’ALTERNATIVA SONO GILETTI O IL DIRETTORE SOVRANISTA DEL TG2 SANGIULIANO
Se i gazebo del centrosinistra dovessero chiudere oggi, il candidato sindaco del centrosinistra sarebbe Carlo Calenda. Sempre ammesso che le primarie si facciano e che il leader di Azione, finora contrario alla consultazione, vi partecipi.
In quel caso avrebbe buone chance di arrivare primo, almeno a osservare i risultati della rilevazione portata avanti per 4 giorni sul sito di Repubblica: il 50% delle preferenze dei 26.000 partecipanti vanno all’ex ministro che vince per distacco.
Ecco le percentuali:
Carlo Calenda 50% 13.100 voti
Monica Cirinnà 9% 2.393 voti
Stefano Fassina 4% 1154 voti
Tobia Zevi 4% 1.119 voti
Paolo Ciani 4% 1099 voti
Giovanni Caudo 4% 1062 voti
Senza un altro “big” non sembra esserci un contendente in grado di insidiare il leader di Azione nella competizione interna alla coalizione traghettata dai dem. Anzi, al secondo posto, il 18% dei votanti fa sapere di non essere convinto da nessuno dei potenziali candidati emersi finora.
Seguono la senatrice Monica Cirinnà al 9%, mentre al 4% ci sono il minisindaco del III Municipio, Giovanni Caudo, Stefano Fassina di Sinistra per Roma, l’attivista Tobia Zevi e Paolo Ciani, consigliere regional di Demos. Al 2% ecco i presidenti del I e VIII Municipio, Sabrina Alfonsi e Amedeo Ciaccheri. Con loro anche il deputato radicale Riccardo Magi. Chiude con l’1% delle preferenze la consigliera regionale Michela Di Biase, che ha fatto sapere di non essere interessata alla corsa.
Queste cifre potrebbero essere argomento di discussione già oggi, quando si aprirà il tavolo per costruire la coalizione di centrosinistra verso le prossime comunali e dove alcune forze politiche (Italia viva in primis) avanzeranno proprio il nome di Calenda in attesa che la nave del leader di Azione tolga gli ormeggi e prenda il largo.
Se in solitaria o seguita anche dall’intera flotta del centrosinistra si vedrà presto: nei prossimi giorni sul tavolo dell’ex ministro dovrebbero arrivare i due sondaggi commissionati (gradimento come candidato sindaco col Pd o senza il suo supporto). Poi deciderà che fare. Intanto ieri il leader di Azione ha incassato il gradimento del ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano («ma deve decidere il Pd di Roma») ma anche l’altolà dell’ex segretario dem Maurizio Martina («Non si vince a colpi di tweet»).
Per ora la posizione del Pd, emersa ieri durante la direzione del partito romano, ribadisce la necessità delle primarie ma con una via d’uscita: «Se ci sarà una candidatura condivisa da tutti non sono un obbligo». Ma il percorso è in salita e le candidature “unitarie” scarseggiano. Di certo, l’obiettivo dei dem è di non disperdere le forze e arrivare ai gazebo, se ci saranno, con un unico nome. Molto più difficile pensare a un’intesa tra Pd e 5 Stelle al primo turno che prevederebbe un passo indietro di Virginia Raggi.
A questa (complicata) possibilità starebbe lavorando AreaDem, la corrente che fa capo al ministro della Cultura, Dario Franceschini. Ma il tentativo non piace a tutti dentro al Pd, con tanti che preferirebbero ragionare solo di un possibile travaso di preferenze al ballottaggio. «Ma in questo caso – ragionano ancora i dem romani – Calenda non sarebbe il candidato più adatto perchè difficilmente verrebbe votato dall’elettorato M5S».
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(da agenzie)
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