IL TEMPO STRINGE: SE NON CHIUDE PRESTO LA GUERRA, ISRAELE FINIRÀ ARMI E SOLDI: LO STATO EBRAICO SPENDE 735 MILIONI DI DOLLARI AL GIORNO PER IL CONFLITTO IN IRAN
IL TOTALE PER LA GUERRA A GAZA, INVECE, HA RAGGIUNTO LA CIFRA DI 67 MILIARDI DI DOLLARI…. L’ECONOMIA DEL PAESE RISCHIA IL COLLASSO: IL MASSICCIO ARRUOLAMENTO DEI RISERVISTI STA RIDUCENDO DRASTICAMENTE LA FORZA LAVORO, E QUINDI LA PRODUTTIVITÀ. LE SPESE IN DIFESA ASSORBONO IL 7% DEL PIL
Oltre 67 miliardi di dollari per la guerra a Gaza e 735 milioni di dollari al giorno per il conflitto in Iran: Israele sta affrontando il periodo militare più costoso della sua storia, spendendo per le sue due offensive belliche ad un ritmo che rischia di riscrivere il suo futuro economico.
Senza contare i raid in Libano. Lo scrive The Economic Times, una testata indiana in lingua inglese del gruppo The Times, chiedendosi nel titolo “Può Israele continuare a pagare per la sua guerra con l’Iran?”.
Secondo il sito economico israeliano Calcalist, citato dal quotidiano, il costo della guerra di Gaza aveva già superato i 250 miliardi di shekel (oltre 67,5 miliardi di dollari) entro la fine del 2024. Una cifra indicata anche da Reuters e Guardian. Ora, con l’apertura di un nuovo fronte contro l’Iran, la spesa per la difesa sta accelerando. Nelle prime ore della campagna militare israeliana contro Teheran, i costi sono aumentati vertiginosamente.
Un rapporto di Ynet News, scrive The Economic Times, ha citato il generale di brigata (in congedo) Re’em Aminach, ex consulente finanziario del capo di stato maggiore delle Forse di difesa israeliane (Idf), secondo cui solo le prime 48 ore di operazioni sono costate 5,5 miliardi di shekel (1,45 miliardi di dollari). Il ritmo non ha rallentato. Israele spende ora circa 2,75 miliardi di shekel, ovvero
725 milioni di dollari, al giorno in operazioni militari dirette nel conflitto iraniano.
Oltre al combattimento, il massiccio arruolamento dei riservisti sta riducendo la produttività civile. La testata indiana ricorda inoltre che il bilancio del Ministero della Difesa è quasi raddoppiato in soli due anni ed assorbe ora quasi il 7% del Pil di Israele, secondo solo all’Ucraina a livello globale
Gli esperti avvertono che anche una rapida fine delle ostilità non cancellerà il danno fiscale già causato. I servizi pubblici, in particolare sanità e istruzione, rischiano di essere messi da parte. Infine, con un limite massimo di deficit del 4,9% del Pil, equivalente a 27,6 miliardi di dollari, il bilancio di Israele è già sotto una pressione immensa, mentre il ministero delle finanze ha rivisto le previsioni di crescita del Pil per il 2025 dal 4,3% al 3,6%.
(da agenzi)
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