ILARIA SALIS IN AULA ANCORA CON MANETTE E CATENE, AMICI E LEGALI MINACCIATI PRIMA DELL’UDIENZA DA NEONAZISTI: BENVENUTI NELLA FOGNA D’EUROPA
SECONDA UDIENZA FARSA A BUDAPEST NEL PROCESSO PILOTATO DALL’AMICO DI PUTIN E DELLA MELONI
Seconda udienza farsa del processo Salis, oggi a Budapest. Udienza chiave, perché l’attesa ipotetica è per la concessione dei domiciliari. Ilaria Salis – da 13 mesi in carcere a Budapest con l’accusa di aver aggredito tre militanti di estrema destra con prognosi di 5 giorni– è entrata in aula ancora con manette ai polsi, ceppi e catene alle caviglie, e una catena tirata da un agente come un guinzaglio esattamente come accaduto nell’udienza del 29 gennaio.
Ritardo nel processo, saltano i testimoni
Per problemi tecnici, si sono allungati i tempi nel processo in corso a Budapest nei confronti di Ilaria Salis e il giudice Jozsef Sòs ha quindi deciso di non ascoltare una delle vittime e i due testimoni previsti per oggi. Si passerà quindi solo ad ascoltare Ilaria Salis e poi alla decisione sulla richiesta dei domiciliari. È stata fissata inoltre al 24 maggio la prossima udienza.
Le minacce fuori dall’aula
Intanto un gruppo di estremisti di destra ha attaccato legali e amici di Ilaria al loro arrivo al tribunale. «Stai zitto o ti spacco la testa», è quanto si è sentito dire uno degli amici della maestra milanese.
«Ci aspettavano e ci hanno insultato e minacciato in ungherese», ha detto l’avvocato Eugenio Losco. «Ci hanno ripreso con i telefonini, e il nostro traduttore ci ha detto che ci stavano minacciando», ha proseguito Losco. Del gruppo di una quindicina di persone italiane minacciate fa parte anche Zerocalcare, oltre a esponenti di Giuristi democratici.
(da agenzie)
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