IMMUNITA’ SENATO, LA FINOCCHIARO: “LA BOSCHI SAPEVA TUTTO, SONO DISGUSTATA DALLO SCARICABARILE”
“IL GOVERNO HA VISTATO DUE VOLTE I NOSTRI TESTI, ORA MI FANNO PASSARE PER QUELLA CHE PROTEGGE I CORRROTTI, E’ VERGOGNOSO”
“Cosa vogliono da me? Vogliono dire che la Finocchiaro protegge i corrotti e i delinquenti? Ma stiamo scherzando. È questo il loro giochino? Sono disgustata. Allora racconto com’è andata davvero la storia dell’immunità “.
Anna Finocchiaro ha la voce affilata di una persona furibonda, che vorrebbe spaccare tutto.
Al telefono si sente che accende una sigaretta prima di cominciare la ricostruzione.
La presidente della commissione Affari costituzionali del Senato è in Sicilia dov’è tornata dopo il lavoro sugli emendamenti che hanno in parte riscritto la riforma di Palazzo Madama.
“Di tutto quello che abbiamo fatto è rimasta soltanto la storia dell’immunità . Questo mi dispiace”. Ha capito che è in corso uno scaricabarile da parte del governo sui relatori e sulle loro proposte di modifica: Renzi e Boschi, nel disegno di legge originale, avevano tolto lo scudo, i relatori lo hanno rimesso.
“La gratitudine non è di questo mondo e so che in politica è ancora più vero. Ma non riesco ad abituarmi a questo andazzo barbaro”.
L’immunità per i senatori porta la firma sua e di Calderoli, è un dato di fatto.
“Mettiamo subito in chiaro. La riforma dell’immunità dopo Tangentopoli, nel ’93, porta la mia firma. L’ho scritta di mio pugno, dall’inizio alla fine. C’è la mia firma anche nella battaglia contro i reati ministeriali che la destra voleva allargare. Questa sono io”.
Adesso però gli emendamenti del Senato che reintroducono l’immunità portano il suo nome. Nel testo del governo quella norma non c’era.
“Noi il Senato lo abbiamo ridisegnato. Il Senato del governo era completamente diverso. Non aveva le stesse funzioni, le stesse competenze…”.
Sta dicendo che il ddl Boschi era un guscio vuoto quindi era normale che non ci fosse lo scudo?
“Lasciamo perdere. Questo lo dice lei”.
Perchè i nuovi senatori devono avere delle garanzie?
“Se attribuisci a una Camera alcune funzioni sulle politiche pubbliche, così com’è nella riforma emendata, non ci può essere disparità con l’altro ramo del Parlamento. E non lo dico io, lo dicono tutti i costituzionalisti. Stamattina in televisione per esempio l’ho sentito affermare con precisione dal professor Ainis. Ciò detto, i relatori non scrivono gli emendamenti di testa loro. Raccolgono le indicazioni che emergono durante il dibattito e hanno il dovere di valutarle quando scrivono le loro proposte. Ma se mi chiede come la penso io, allora rispondo: la Finocchiaro pensa che l’immunità non va bene così neanche per i deputati. Si figuri”.
Aveva elaborato un emendamento diverso?
“Avevo proposto che a decidere sulle autorizzazioni all’arresto e alle intercettazioni dovesse essere una sezione della Corte costituzionale e non il Parlamento. Valeva sia per il Senato sia per la Camera. È una proposta di legge che ho presentato in questa legislatura e anche nella precedente. È chiara la mia posizione? Stavolta l’avevo scritta in un emendamento”.
Poi che è successo?
“È sparito dal testo perchè il governo ritiene che non si debba appesantire il lavoro della Corte costituzionale”.
Quindi il governo sapeva. Difficile che torni indietro.
“Non lo so. Ma so che l’esecutivo ha vistato due volte i nostri emendamenti, compreso quello sull’immunità . Conosceva il testo, sapeva tutto. Ha fatto una scelta”.
Così si crea una disparità tra consiglieri regionali e sindaci. Ci saranno quelli con lo scudo e quelli senza.
“I senatori avranno funzioni di controllo che vanno difese dalla limitazione della libertà . I costituzionalisti sono d’accordo su questo punto. Come lo sono i partiti, da Forza Italia al Pd, alla Lega, all’Ncd e anche M5S. E noi abbiamo raccolto i loro pareri. Io però penso che l’articolo 68 non deve coprire gli atti svolti da sindaco o da consigliere regionale. Per quei fatti l’autorizzazione a procedere non dovrebbe essere necessaria. Fermo restando che la mia proposta è un’altra: rimettere il tema dell’immunità alla Consulta. Ma il governo mi ha risposto di no, motivandolo con la necessità di non pesare troppo sui giudici costituzionali. Ho preso atto. Perciò mi chiedo: cosa vogliono da me?”.
Che farà adesso?
“Sto pensando di proporre addirittura un emendamento al mio emendamento per far passare l’idea del rinvio alla Corte. Sono favorevole anche a uno scudo valido solo per le espressioni e i voti dati in aula. Risponderò così a questo fastidioso scaricabarile su di me. Però è incredibile che tutto si riduca all’immunità “.
Perchè?
“Abbiamo fatto un lavoro pazzesco tutti insieme. Ne è venuto fuori un Senato vero ma innovativo. Non può rimanere solo la vicenda dell’immunità “.
Goffredo De Marchis
(da “La Repubblica“)
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