IMPEACHMENT PER IL “TRADITORE”
IL CONGRESSO USA AVVIA LA PROCEDURA CONTRO TRUMP: “IN GIOCO LA NOSTRA DEMOCRAZIA”
L’indagine sul possibile impeachment del presidente Donald Trump si appresta a entrare nella fase 2, il che vuol dire udienze pubbliche e un’eco mediatica molto più forte rispetto a quella avuta finora.
La Camera dei rappresentanti Usa ha approvato oggi una risoluzione che fissa le regole per avviare la seconda fase dell’indagine, caratterizzata da udienze pubbliche dopo circa cinque settimane di interrogatori a porte chiuse.
Pur essendo un voto procedurale, si tratta del primo voto dell’Aula sulla delicata questione che riguarda il futuro del presidente. Un voto che di fatto anticipa quello finale, quando al termine dell’indagine la Camera sarà chiamata a esprimersi sulla messa in stato d’accusa del presidente rinviandolo eventualmente al processo in Senato.
La risoluzione è passata con 232 voti favorevoli e 196 contrari. Due deputati democratici hanno votato contro insieme ai repubblicani, un deputato indipendente ha votato a favore con i democratici.
“Il presidente Donald Trump ha tradito il suo giuramento, e noi stiamo difendendo la Costituzione degli Stati Uniti”, ha detto la speaker della Camera del Congresso americano Nancy Pelosi prima del voto procedurale.
Secondo Pelosi, “in gioco non c’è nient’altro che la nostra democrazia”.
“Questa Costituzione è il progetto per la nostra repubblica e non una monarchia”, ha aggiunto, “ma quando si ha un presidente che afferma che l’articolo 2 dice che può fare quello che vuole, questo è in disprezzo della separazione dei poteri. Non è quello che dice la nostra Costituzione”.
Pelosi ha poi avvertito che ora “si aprirà una fase nuova dell’indagine, una fase pubblica in cui i cittadini americani potranno vedere con i loro occhi e sentire con le loro orecchie come stanno le cose”.
Grazie a questo testo, “gli americani potranno sentire in diretta come il presidente ha abusato dei suoi poteri”, ha twittato la leader dei democratici al Congresso.
Era stata lei, lo scorso 24 settembre, a decidere di lanciare il suo partito nel tortuoso cammino dell’impeachment, cioè della messa in stato d’accusa del presidente, a seguito delle rivelazioni su una chiamata del 25 luglio fra Trump e il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, in cui il tycoon gli chiese di indagare sul rivale politico democratico Joe Biden e sugli affari del figlio Hunter in Ucraina.
Per questo i Dem lo accusano di abuso di potere a fini personali, dal momento che Joe Biden era ben piazzato per affrontarlo in vista delle presidenziali del 2020. Il repubblicano, dal canto suo, ripete che la sua conversazione con Zelensky era stata “irreprensibile” e si dice preso di mira da un “colpo di Stato”.
I democratici hanno già ascoltato una decina di diplomatici e consiglieri della Casa Bianca. Secondo gli elementi filtrati finora dalle audizioni a porte chiuse, perlopiù audizioni fiume, ambasciatori e alti responsabili hanno rilasciato testimonianze talvolta pesanti per la Casa Bianca.
In particolare hanno rivelato gli sforzi dispiegati per mesi dalle persone vicine al presidente, fra cui il suo avvocato personale Rudy Giuliani, a margine dei canali della diplomazia ufficiale, per convincere Kiev a fornire delle informazioni imbarazzanti su Joe Biden.
Un consigliere della Casa Bianca specializzato in Russia, Tim Morrison, è arrivato stamattina per essere ascoltato a sua volta. Sarebbe stato testimone delle pressioni esercitate da Trump su Kiev.
Secondo altre persone che sono state ascoltate, il tycoon con Zelensky avrebbe messo sul tavolo un importante aiuto militare Usa.
(da “Huffingtonpost“)
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