IN EMILIA LA LEGA SI SFASCIA: IL DEPUTATO ALESSANDRI ACCUSATO DI AVER ADDEBITATO AL PARTITO SPESE PERSONALI
UN GRUPPO DI ISCRITTI MINACCIA UN ESPOSTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA: ALESSANDRI SI ERA FATTO PAGARE LE MULTE DAL PARTITO…ORA IN BALLO ANCHE AFFITTI, VERSAMENTI DOVUTI E PERSINO UNA TESSERA DA 30 EURO
Questa volta la Lega non è riuscita a mantenere la polemica al’interno del partito: lo scontro tra le varie componenti interne, in Emilia, sta assumendo aspetti devastanti per l’immagine del Caroccio, con uno sputtanamento mediatico che non ha precedenti.
I quotidiani regionali titolano in questi giorni: “Lega choc: attacco sulle spese”, “Affitto addebitato al partito”, “Lega Nord: Alessandri rischia grosso”, “Scoppia la guerra della Lega”.
Ogni giorno un ulteriore scambio di accuse, fino alla notizia delle spese elettorali taroccate.
Vari candidati della Lega Nord sono infatti nel mirino della corte d’Appello, che chiede il conto delle spese elettorali e minaccia multe fino a 103 mila euro.
Nei giorni scorsi diversi politici in lista alle ultime regionali si sono visti recapitare un atto giudiziario del Collegio regionale di garanzia elettorale, presso la Corte d’Appello, che chiede il rendiconto preciso delle spese sostenute per l’ultima campagna elettorale, anche ai non eletti.
Ci sono molte, troppe cose che non quadrano.
Ci sono dieci giorni dalla notifica dell’atto per rispondere, poi scatta la maxi-multa fino a 103 mila euro (la legge la fissava in duecento milioni di lire).
Tra i destinatari del “richiamo”, diversi candidati della Lega: la vittima più illustre è il capogruppo del Carroccio in Regione, Mauro Manfredini.
Se il Collegio di garanzia elettorale stabilisse che che c’è stata una violazione delle norme sulla campagna elettorale, questo può comportare anche la decadenza del candidato dall’incarico.
E si assiste a un gioco a scaricabarile tra Bologna e la sede di via Bellerio.
A monte rimane poi la guerra, finita in tribunale, tra il defenestrato Lusetti e il segretario regionale, nonchè deputato Alessandri, con il primo che ha in mano documenti scottanti che si riserva di esibire al giudice.
E da ieri un nuovo fronte interno: il consigliere del direttivo emiliano Alberto Magaroli, dopo varie denunce interne sul fatto che “i parlamentari devono pagare gli uffici di tasca propria”, è passato dalle parole ai fatti e ha scritto ai colleghi chiedendo di fare luce rapidamente su tutte le spese per le quali l’on. Alessandri si sarebbe avvalso delle casse del partito anzichè del suo patrimonio personale.
In particolare Magatoli punta l’indice sulle 70 multe fatte pagare al partito, sui 500 euro mensili non versati, sull’ufficio parlamentare a Guastalla, con 481 euro di affitto addebitati al partito e persino su una tessera della Lav di 30 euro messa anch’essa in conto alla Lega.
Magaroli vuole che siano resi pubblici carte e numeri, preannunciando la possibilità , in caso contrario, di un esposto alla magistratura ipotizzando il reato di apprpriazione indebita.
Anche perchè è da 57 giorni che attende risposta a una sua lettera di richiesta di chiarimenti.
Il timore, anche per questa inchiesta, come per quella delle spese elettorali, che venga coinvolta anche la sede nazionale di via Bellerio e il suo segretario amministrativo Belsito.
C’è chi parla esplicitamente di direttive arrivate da Milano e che avrebbero ora messo nei guai i consiglieri regionali emiliani.
Leave a Reply