TRA PRECARIATO E STRUTTURE FATISCENTI: DOV’E FINITA LA SCUOLA DEL FUTURO?
L’84% DEI PRECARI SENZA ALCUNA TUTELA: SOTTRATTI OTTO MILIARDI ALLA SCUOLA PUBBLICA… LA PROPOSTA DEL FINIANO VALDITARA: ASSUMERE 20.000 PRECARI L’ANNO, DANDO POSSIBILITA’ AI DOCENTI DI ANDARE IN PENSIONE A 58 ANNI, CON LIQUIDAZIONE BLOCCATA PER DUE ANNI E A COSTO ZERO
L’onorevole Stracquadanio ha mai incontrato un insegnante?
Ha mai parlato con uno di loro per capire quali siano le esigenze della scuola, dei docenti e degli alunni?
Sembrerebbe proprio di no stando a come ha definito nei giorni scorsi i precari che protestavano contro i tagli e chiedevano una soluzione alla questione del precariato.
Secondo lui, i manifestanti sarebbero stati dei finti precari, dei militanti politici. Chissà come mai davanti a questioni reali, a richieste concrete si preferisca spostare l’attenzione, eludere, sminuire e bollare.
E il ministro Gelmini, a pochi giorni dalla riapertura delle scuole, pensa di poter dare risposte quantomeno esaustive a migliaia di insegnanti in attesa di collocazione?
Il cosiddetto decreto salva-precari tanto sbandierato, infatti, tutelerebbe soltanto il 16 per cento dei docenti che lo scorso anno hanno avuto una supplenza e il 5 per cento del personale Ata.
E tutti gli altri? Che destino avranno?
Come è possibile costruire una scuola migliore se poi le vengono sottratti otto miliardi?
Perchè il ministro Tremonti ha deciso di non prendere in considerazione la proposta di Giuseppe Valditara?
Il senatore da tempo propone di risolvere il problema degli insegnanti precari con l’assunzione di 20.000 persone ogni anno.
Le risorse, si dirà , il problema è sempre lì.
Le risorse si troverebbero se si desse agli insegnanti la possibilità di andare in pensione a 58 anni e bloccandone la liquidazione per due anni, visto che secondo il ministro dell’Economia per un biennio non ci sarebbero le risorse per la liquidazione dei pensionandi.
I costi di questa operazione non andrebbero a gravare ulteriormente sulle casse, se si pensa che oggi i docenti assunti con contratto a termine nel periodo di disoccupazione percepiscono un assegno.
E non è da trascurare nemmeno il fatto che lo stipendio di un neoassunto è più basso di quello di un insegnante di lungo corso.
Una proposta che se presa in considerazione potrebbe da un lato aiutare lo svecchiamento del personale docente e dall’altro sottrarre gli studenti al continuo cambiamento di insegnanti che di anno in anno si succedono in cattedra, con effetti non molto positivi sul loro apprendimento e sulla didattica. Che senso ha parlare di riforma se non si è in grado neanche di risolvere il problema del reclutamento dei docenti, fondamentale per il rilancio della scuola italiana?
Che senso ha parlare di scuola del futuro se i nostri studenti oggi non sono nemmeno sicuri nelle classi e, anzi, qualcuno ci muore sui banchi pure per il crollo di un solaio?
Così, mentre da noi il sistema scolastico è bloccata — chissà per quanto – da queste zavorre, in Francia il futuro è già arrivato in una scuola a impatto energetico zero, che permetterà in 15-20 anni di contenere i consumi e i costi di energia.
Qui, intanto, ci accontenteremmo di avere delle classi sicure e di una situazione didattica consona a un paese dell’Occidente avanzato.
Rosalinda Cappello
Farefuturo
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