INDOVINATE CHI ERA MINISTRO DEGLI INTERNI QUANDO SONO ARRIVATI I TRE “PRESUNTI” TORTURATORI LIBICI A BORDO DELLA SEA WACHT?
L’ULTIMA MISERABILE POLEMICA DEI SOVRANISTI CHE FINISCE PER RITORCERSI CONTRO SALVINI
«Carola ha dato un passaggio anche a tre torturatori libici», titola oggi il Giornale.
Carola è ovviamente la comandante della Sea Watch 3 Carola Rackete. I tre torturatori libici invece — scrive sempre il Giornale — “sarebbero” arrivati a bordo della nave capitanata da quella che Salvini ha definito in varie occasioni comunista viziata, figlia di papà , vicescafista, sbruffoncella, fuorilegge, pirata, traghettatrice di migranti, delinquente che ha tentato di ammazzare dei militari italiani, complice dei trafficanti.
Salvini e Giorgia Meloni non hanno perso tempo a rilanciare la notizia pubblicata da Chiara Giannini e a puntare il dito contro Carola Rackete e contro i parlamentari del PD che prima dello sbarco dei migranti erano saliti a bordo della nave della ONG tedesca.
«Non solo ha violato le leggi e speronato una motovedetta della Guardia di Finanza — scrive l’ex ministro dell’Interno su Facebook — Carola Rackete avrebbe scaricato in Italia tre immigrati accusati di violenze, stupri, sequestro, omicidio».
Notate come anche il leader della Lega usi il condizionale, evidentemente nemmeno lui ha la certezza che la notizia sia vera.
I “fatti” per come li racconta il Giornale sono questi: tre uomini (di cui il Giornale fa nome e cognome) sono accusati di «associazione per delinquere dedita alla gestione di un centro di prigionia illegale, associazione finalizzata a commettere una pluralità di delitti, “quali tratta di persone, violenza sessuale, tortura, omicidio, sequestro di persona a scopo di estorsione, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”».
Sempre secondo il giornale i tre sarebbero (condizionale) stati a bordo quando sono saliti Fratoiani, Orfini, Delrio e Magi. Motivo per cui Salvini si dice pronto a denunciarli, per cosa
La notizia è che in Libia i migranti sono torturati, stuprati e uccisi, Salvini se ne è accorto?
Non risulta infatti che ci siano indagini o contestazioni di reato a carico dei quattro parlamentari. Ed in effetti come potrebbe, al momento in cui i tre presunti (un po’ di garantismo non fa mai male) torturatori libici erano a bordo della Sea Watch non erano stati identificati.
Questo perchè le operazioni di identificazione avvengono dopo lo sbarco.
Nè i parlamentari nè Carola Rackete quindi potevano sapere chi fossero quei tre. Infatti il Giornale scrive che si è giunti all’arresto dei tre uomini solo dopo che «erano stati riconosciuti da alcuni migranti sbarcati il 7 luglio a Lampedusa dalla nave Mediterranea».
Lo sbarco dalla Sea Watch è avvenuto il 29 giugno, ammesso e non concesso che i tre presunti torturatori non fossero tra coloro che si erano gettati in mare ed erano sbarcati nei giorni precedenti quando la nave era al largo dell’isola. Se sono stati riconosciuti il 7 luglio significa che le forze di Polizia che hanno preso in carico tutti i migranti dopo lo sbarco non avevano ancora scoperto del loro passato.
Il fatto che siano stati riconosciuti dai migranti sbarcati da quella che Salvini definisce “nave dei centri sociali” rende la denuncia del Giornale e di Salvini ancora più ridicola. Chissà : se quei migranti non fossero sbarcati o fossero morti in mare magari i tre “torturatori” l’avrebbero fatta franca.
Un vero garantista, uno che ad esempio difende a spada tratta l’amico Gianluca Savoini o il compagno di partito Siri, dovrebbe sapere che un conto sono le accuse (gravissime in questo caso) un altro sono le sentenze.
Infine un piccolo appunto: Salvini chiede oggi spiegazioni al Viminale. Dovrebbe chiederle a sè stesso visto che quando i tre sono sbarcati e sono stati arrestati il ministro era lui.
(da “NextQuotidiano”)
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