INTERVISTA A DANIELE TOTO, LEADER DI “BLU PER L’ITALIA”: “BASTA PAROLE, GLI ITALIANI VOGLIONO FATTI: SI TAGLINO I 2 MILIARDI DI CONSULENZE E SI INVESTA IN RICERCA”
“LA POLITICA DEVE PERSEGUIRE IL BENE COMUNE, NON GLI INTERESSI DI PARTE”… “LE LARGHE INTESE? UNA ESPERIENZA DISASTROSA”…. “GIUSTO ASCOLTARE E MEDIARE, MA POI OCCORRE ANCHE DECIDERE”… “PARTITI TROPPO CONDIZIONATI DALLA RICERCA DEL CONSENSO, OCCORRE PIU’ CORAGGIO”…”LA BUROCRAZIA UCCIDE LE IMPRESE”
Incontriamo Daniele Toto, uno dei fondatori della nuova associazione “Blu per l’Italia” che ha scelto come slogan “nasce per gli italiani” proprio per rimarcare l’esigenza di “uscire” dai personali percorsi angusti o dal disimpegno per creare una nuova classe politica al servizio dei cittadini.
Impronta moderata, nucleo dirigente formato da giovani quarantenni, utilizzo aggressivo dei social network per veicolare proposte e idee, provenienze diverse, linguaggio diretto lontano dal politichese, ambizione di aggregare e coinvolgere altre giovani intelligenze del Paese: chi è abituato al prototipo del centrodestra italiano perennemente in conflitto interno, rimane in effetti un po’ spiazzato ad ascoltarli parlare di problemi concreti e non di alleanze, beghe e correnti.
Parafrasando un vecchio successo discografico, si potrebbe dire che alla base del vostro nuovo soggetto politico vi sia la considerazione che “se il mondo è grigio, l’alternativa è blu”? E’ possibile passare dal grigio al blu?
E’ necessario. Dobbiamo uscire da una politica dell’annuncio e passare ad una politica fattiva. Lo scollamento tra l’elettore ed il politico risiede nella distanza tra quanto annunciato da quest’ultimo e la percezione della realtà che ha il primo. Il politico che decide e incide positivamente sul cittadino elettore è blu.
Nel vostro Manifesto c’è un concetto interessante che forse merita un approfondimento: “essere concreti nella prassi e visionari nel pensiero”. Questa sintesi finora in Italia non ha avuto molti interpreti, non crede?
La visione strategica volta al bene comune ed allo sviluppo nella politica italiana è assente da anni. La concretezza invece è presente ma non volge al bene comune ma agli interessi personali o corporativi, a seconda degli schieramenti
Il vostro Movimento si colloca su posizioni liberal di estrema apertura, magari uno si aspetterebbe arroccamenti, invece parlate anche di sussidio di disoccupazione universale accompagnato da formazione. Ambite a essere trasversali?
La trasversalità non mi appassiona. Piacere a tutti non mi sembra una gran cosa, si rischia di avere una visione inficiata e non risolutiva di alcun problema, ricadendo nell’effetto annuncio. Ci sono cose che si possono e devono fare e sono disponibile al confronto ma non a compiacere l’elettore solo per ricercare il consenso.
La vostra proposta parte dalla necessità di superare i due “mali assoluti” della società e della politica nel nostro Paese: “la deriva statalista” e “il populismo demagogico”. In questi due concetti sembra di intravedere una forte critica al modus operandi di certa sinistra e di certa destra italiana, non escludendo neppure Grillo…
Con la dovuta cautela necessaria a giudicare in casa degli altri, ritengo che il Pdl e il Movimento 5 stelle rappresentino la deriva populista della Nazione, la “pancia” scollegata dal cervello di un certo elettorato. A conferma di ciò la loro esperienza governativa è stata disastrosa. Il Pd è schiacciato su posizioni che proteggono rendite di posizione ingiustificabili.
Voi siete per le liberalizzazioni. Ci spiega perchè in altri Paesi la loro introduzione ha portato a un vantaggio per il consumatore, mentre in Italia, tariffe telefoniche a parte, non hanno prodotto alcun abbassamento dei prezzi?
Le liberalizzazioni devono essere reali, senza contaminazione alcuna con la politica ed aprire alla concorrenza. Altrimenti sono un costo per il cittadino. La concorrenza ed il mercato abbassano i costi dell’utente
Il malessere dei cittadini europei verso le decisioni dei vertici monetari e la sudditanza nei confronti dei Paesi economicamente più solidi, sta facendo nascere molti movimenti anti-euro: voi come vi collocate in questo dibattito?
Non ci può essere Stato senza possibilità di batter moneta, di avere potere legislativo e autonomia militare. Max Weber insegna. Gli Stati europei hanno delegato all’Unione solo il primo potere. Non poteva funzionare, ed infatti non ha funzionato. Alla crisi di sistema si risponde solo con più Europa, delegando un reale potere legislativo al Parlamento europeo, con un Esecutivo scelto dal popolo ed un esercito comune, che significa politica estera condivisa. Gli Stati Uniti d’Europa. Altrimenti, prepariamoci ad un’esplosione del sistema.
Competitività delle imprese, meno burocrazia, riduzione del cuneo fiscale, riduzione delle imposte: tutti ne parlano. Poi cambiano solo il nome alla tassa o restituiscono 14 euro in busta paga: si può e si deve fare di più?
Il legislatore deve intraprendere un cammino di semplificazione amministrativa e fiscale per permettere maggiore competitività . Si deve prevedere un testo nuovo, unico, che ripensi in maniera radicale il rapporto tra impresa e Stato, cancellando il passato e diminuendo gli adempimenti. Un solo esempio: una comunicazione fatta dal cittadino ad una qualsiasi burocrazia statale deve valere per qualunque Ente dello stesso, senza doppioni o ulteriori comunicazioni
Scuola, ricerca, università . siamo tra i Paesi europei che investono di meno sul futuro: brutto segnale…
Anche qui una semplice proposta accademica e, forse, provocatoria: tutte le spese degli Enti pubblici in consulenze esterne, quasi 2 miliardi di euro l’anno, siano investiti in ricerca
Turismo, beni culturali, ambiente: li indicate nel Manifesto come volano di sviluppo. Qualche proposta concreta?
Una sola: che il turismo torni ad essere competenza esclusiva dello Stato. Da quando, con la modifica del titolo V della Costituzione si è passati alla competenza regionali l’Italia ha perso competitività nel settore. La programmazione deve essere centralizzata, sì anche da evitare sprechi.
A giudicare dalle centinaia di circoli che avete già costituito sul territorio, molti italiani sembrano disponibili a colorarsi di blu…quali sono i vostri progetti a breve e medio termine?
Faremo un’assemblea nazionale prima di Natale per contarci e ratificare i riferimenti sul territorio.
Ultima domanda personale: più frustrante rapportarsi con il “potere politico” da imprenditore o da parlamentare? Quale ruolo consente di essere più “visionari” ?
La politica è l’etica finale della decisione. Chi fa politica con questo spirito, non ha visioni ulteriori.
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