INTERVISTA A PIZZAROTTI: “M5S DESTINATO A SCOMPARIRE, SCONSIGLIO AL PD DI ALLEARSI CON LORO, IN EMILIA ARRIVERANNO AL 5%â€
“DI MAIO E’ UNO INAFFIDABILE, UN CAPO DESPOTA CHE ELARGISCE INDULGENZE AI FEDELISSIMI, DI BATTISTA NON E’ UN LEADER, IL GOVERNO DURERA’ FINO A FINE LEGISLATURA”
“Mi permetto di dare un consiglio al Pd: in Emilia Romagna non corra con il M5S”.
Dopo la batosta del nuovo campo progressista in Umbria, Federico Pizzarotti, ex cinquestelle, oggi sindaco di Parma al suo secondo mandato, si confessa con l’Huffington Post.
Il suo è un giudizio impietoso sugli ex compagni del “movimento”, destinati ad assestarsi attorno al 10 per cento, ma vuole essere anche un monito nei confronti del Partito democratico, in vista della prossime competizione regionali. In particolare, del match clou che si disputerà in Emilia Romagna, il prossimo 26 gennaio.
Prima di affrontare la sfida della sua regione. Partiamo dalla sconfitta di ieri in Umbria del patto civico fra Pd e Cinquestelle. Ecco, si aspettava il tracollo del suo ex partito?
“Il risultato negativo non è dovuto solo all’alleanza regionale, ma il risultato locale è dipeso dall’alleanza di governo”.
Pagano l’incoerenza di avere fatto un governo prima con la Lega e poi con il Pd?
“Guardi, questo è un esecutivo nato senza una motivazione. L’unica ragione era quella di impedire un governo a guida Salvini. Che è pure una ragione nobile, ma non puoi prima offendere i democratici e starci insieme il giorno dopo. Un’alleanza si basa su valori, su un percorso comune, su un programma”.
Oggi Luigi Di Maio dice: “il Pd ci fa male come la Lega”.
“Di Maio è uno affidabile? Il fatto che oggi abbia detto questo non è certo definitivo. Tuttavia, anche se fossero andati da soli, avrebbero preso poco. I cittadini non sono stupidi e il Movimento è destinato a sparire. Le dirò di più: il Movimento è già un progetto finito che per un po’ veleggerà , grazie a uno zoccolo duro, attorno al 10 per cento. Non mi stupirei, ad esempio, se in Emilia scendessero al 5 per cento…”.
Ecco, si tingerà di verde Lega la regione rossa per antonomasia?
“L’Emilia Romagna non è l’Umbria per diverse ragioni. Sbaglia di grosso chi paragona le due regioni. Intanto lì c’è stata un’inchiesta giudiziaria molto brutta, che ha sconquassato il sistema di potere che ha governato per 50 anni. Poi c’è stato il tira e molla della governatrice Catiuscia Marini che prima ha annunciato di dimettersi e poi si è arroccata alla poltrona. Si è trattata insomma di un’ennesima resistenza di palazzo”.
Quale sarà la ricetta in Emilia Romagna per impedire l’Opa di Salvini?
“Quello che mi sento di dire è che servirebbe una scelta coraggiosa da parte del Nazareno”.
Ovvero?
“I dirigenti del Pd dovrebbero dire chiaramente: il governo è una cosa, l’Emilia Romagna è un’altra cosa. In Emilia Romagna il Pd deve andare senza i cinquestelle. Queste continue aperture che ho sentito in queste settimane, in questi giorni, non aiutano, veicolano un messaggio di debolezza, come se fare la sommatoria di sigle possa impedire la scala della Lega e di Salvini. Il Pd oggi è un partito immobile convinto di guadagnare consenso sommando i voti dei cinquestelle”.
Quale altro consiglio intende dare al Pd?
“D-i-s-c-o-n-t-i-n-u-i-t-à . Le premesse invece non vanno in questa direzione. Vedo la formazione di liste in perfetta continuità con il passato. Ci vogliono persone autorevoli, competenti, radicate sul
territorio”.
Però Stefano Bonaccini, governatore uscente, si dice disponibile al dialogo con i cinquestelle.
“Se lo dici una volta, lo ripete una seconda, ma quelli non ti rispondono. Ecco, alla terza nemmeno lo chiedi”.
Lei conosce bene i cinquestelle e dice spesso che Di Maio lo faranno fuori. E’ arrivato il momento?
“Se tu fai il capo despota, dispensi le tue indulgenze sulla base della simpatia e delle fedeltà , prima o poi te la faranno pagare”.
Con Roberto Fico cambierebbe qualcosa?
“Fico è più di sinistra, più governativo, ed è uno che ha spinto per fare questo accordo”.
E con Alessandro Di Battista?
“Di Battista è un battitore libero, basterebbe guardare l’attività parlamentare e capire chi è: un’attivita inconsistente pari a zero. Di Battista non può essere un leader”.
Un’ultima domanda: quanto potrà durare un governo così debole e diviso?
“Non succederà nulla. L’obiettivo di tutti è quello di non far andare Salvini al governo. E soprattutto di non tornare al voto prima dell’elezione del Capo dello Stato. In sintesi, se nessuno farà il furbo la legislatura arriverà a scadenza”.
(da “Huffingtonpost”)
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