INTERVISTA ALLA CINQUESTELLE FUCKSIA: “IL VOTO SULLA GAMBARO NON E’ UN GIUDIZIO RAPPRESENTATIVO”
“A QUELL’ORA VOTANO SOLO I FANATICI DEL WEB”
È una furia. Incontenibile, a tratti.
Non si ferma un attimo mentre percorre il Transatlantico del Senato.
Appassionata, la senatrice grillina Serenella Fucksia contesta la scelta di aver indetto la votazione per l’espulsione di Adele Gambaro senza un ragionevole preavviso: «Il voto non è rappresentativo. Ma dico, ma si può far votare dalle 11 alle 17? Io avevo da lavorare, non ho potuto neanche votare. Non è una cosa normale».
Lei era contraria alla cacciata. L’ha detto in assemblea, l’ha ribadito davanti ai cronisti.
Non pensa che sia un errore e non teme sanzioni: «Io dico sempre quello che penso. L’ho sempre fatto. Mio padre mi diceva di stare un po’ più attenta, ma ho sempre fatto così».
Lo dice sorridendo, la rabbia va via in fretta.
Senatrice, si calmi. Ripartiamo dall’inizio. Dalla scelta di intraprendere la strada dell’espulsione di Adele Gambaro.
«Io avrei evitato. Ero contraria. Abbiamo creato un caso dal nulla».
Le rimproverano di aver mosso critiche troppo forti.
«Io ero contraria all’espulsione. L’ho detto. Adele non ha detto nulla di rilevante».
Oggi però la Rete ha deciso che Gambaro deve lasciare il Movimento cinque stelle.
«Il voto non è rappresentativo. Ma dico, ma si può far votare dalle 11 alle 17? Io avevo da lavorare, non ho potuto neanche votare».
In tutto si sono espressi in diciannovemila. Tredicimila hanno votato per l’espulsione.
«A quell’ora possono votare solo i cosiddetti fanatici della Rete».
Ne vuole parlare con Grillo?
«Sì».
Ma lei ce l’ha con Grillo?
«Ma ci mancherebbe. Io non ho nulla contro Grillo. Non gli rimprovero nulla. I post li ha sempre fatti. Le parolacce le ha sempre dette. Pure io le dico e va bene così. Io non ho nulla contro Grillo, non ho mai detto nulla contro di lui».
E allora?
«Lui è il nostro megafono. Ma non è più solo il nostro megafono, è anche qualcosa di più».
Non è che lascia il movimento?
«Ma scherziamo? Io penso che il movimento sia l’unica strada».
Non teme che possano cacciarla?
«Io dico quello che penso. Lealmente. Poi se qualcuno vuole, mi può espellere…».
Senatrice, però forse in Parlamento non riuscite a incidere come vorreste.
«Il Parlamento non è solo critica, noi vogliamo e dobbiamo anche costruire».
Resta il caso Gambaro.
«È stato un errore. Un grave errore. Una vicenda iniziata male e finita peggio. Ma…».
Ma?
«Ma il movimento è vivo e dagli errori ci possiamo rinforzare. Per ripartire».
Tommaso Ciriaco
(da “la Repubblica“)
Leave a Reply