INVECE DI IMPORRE ALLA UE DI RISPETTARE L’ACCORDO DI REDISTRIBUIRE 35.000 PROFUGHI, MINNITI PENSA A TAGLIARE I SOCCORSI DELLE ONG
EUROPEISTI DELLA DOMENICA E MAGLIARI DELLA POLITICA IN AZIONE IN ESTONIA
Alle 13 dovrebbe essere tutto finito. Luogo: Tallinn, Estonia, paese presidente di turno dell’Ue. I 28 ministri degli Interni dell’Unione discuteranno per tutta la mattinata delle proposte italiane sull’emergenza immigrazione. Toccherà al commissario europeo Dimitris Avramopoulos fare la sintesi finale.
Il vertice dovrebbe partorire l’ok della commissione Ue e degli altri paesi all’idea italiana di un codice di regolamentazione per le Ong che soccorrono i migranti nel Mediterraneo.
Divieto di entrare in acque libiche per salvare vite umane (come se adesso ci entrassero…), polizia a bordo, documenti in regola, divieto di spegnere i trasponder per non essere identificati dalla guardia costiera libica, divieto di segnalare la propria presenza in mare con le luci.
Chi non rispetterà queste regole, non potrà sbarcare in un porto italiano. Domani Minniti verificherà la disponibilità dei colleghi europei ad appoggiare questa parte del suo piano.
Unico risultato: far affogare altri esseri umani prima che arrivino i soccorsi.
Si aspettano il no di quelle più piccole, tedesche e olandesi. Ma a quel punto per loro scatterà la chiusura dei porti.
E’ questa la modalità di chiusura dei porti che immaginano ora al ministero degli Interni, a distanza di una settimana dall’annuncio di voler chiudere gli approdi a tutte le navi che non battono bandiera italiana.
Minaccia ridimensionata, insomma. Per non rischiare con le convenzioni internazionali che regolano il soccorso in mare: la Solas, forgiata addirittura nel 1914, dopo la tragedia del Titanic, o la convenzione di Amburgo del 1979.
Non a caso nell’informativa in Parlamento Minniti ha sottolineato che la maggior parte dei soccorsi in mare vengono effettuati dalle organizzazioni non governative. “Nei primi sei mesi di quest’anno — sono le parole del ministro – i salvataggi nel Mediterraneo centrale sono stati fatti per il 34 per cento dalle Ong, il 28 per cento dalla Guardia costiera italiana, il 9 per cento dalla missione Sophia, l’11 per cento dalla missione Frontex e il 7 per cento da singoli mercantili”.
Il cerchio si stringe intorno alle Ong, salvano troppe vite umane, questo il reato contestato da associazioni a delinquere come la Guardia costiera libica.
Il governo italiano aveva in mano l’accordo di due anni fa: bastava ESIGERNE il rispetto entro un mese e 35.000 profughi sarebbero smistati in altri Paesi europei, con le buone o con le cattive.
Se non li accettano la mossa è semplice: liberi tutti di attraversare i confini.
Sapete quanti richiedenti asilo che erano riusciti a raggiungere Austria, Svizzera e Francia “ci sono stati riconsegnati” dall’inizio dell’anno ? Circa 30.000.
Basta notificare alla Ue che da domani non accetteremo più profughi di ritorno e ammassare gli stessi sulle linee di confine, poi vediamo chi ride.
In pochi mesi noi dimezzeremmo le presenze e faremmo capire a certi europeisti della domenica come si sta al mondo.
(da agenzie)
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