ITALICUM, ALT DI FORZA ITALIA: “RENZI VUOLE ELEZIONI ANTICIPATE”
ALFANO: “SERVONO 5 MINUTI PER DISEGNARE I COLLEGI”… RENZI: “L’APPROVAZIONE AL SENATO ENTRO IL 2014”
Il treno della legge elettorale parte e corre già spedito. Matteo Renzi lo vuole in stazione entro fine anno.
Torna a ripeterlo mentre è in viaggio di ritorno dal Turkmenistan, nelle stesse ore in cui la commissione Affari costituzionali al Senato comincia l’esame dell’Italicum (versione 2). «Dopo qualche rinvio di troppo, abbiamo finalmente chiuso sulla tempistica della legge elettorale della riforma costituzionale» e la prima «sarà approvata dal Senato entro l’anno», scrive il premier nella sua e-news.
Con tanto di elenco dettagliato delle modifiche da apportare all testo concordato a suo tempo con Berlusconi: premio di maggioranza per chi raggiunge il 40 per cento al primo turno, sbarramento al 3, cento collegi con capolista bloccati e preferenze a seguire.
«Mi sembra un ottimo traguardo che consentirà di avere candidati riconoscibili, certezza di un vincitore, una maggioranza stabile non ricattata dai piccoli partiti» conclude.
Tutti paletti che una manciata di ore prima la relatrice della riforma in prima commissione, Anna Finocchiaro, aveva già illustrato ai colleghi (premio solo alle liste e sbarramento più basso), pur senza scendere nel dettaglio dei numeri: sono i capisaldi dell’accordo raggiunto tra Renzi e Alfano, del resto.
«In un Paese democratico normale c’è una legge elettorale votata dal Parlamento e non risultante da una sentenza della Corte Costituzionale » dice.
Tradotto: non possiamo tenerci il “Consultellum”, bisognerà dotarsi di un sistema e in tempi rapidi.
La senatrice Pd non ha finito di illustrare i ritocchi «necessari», sotto gli occhi attenti del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, che Forza Italia entra in fibrillazione.
La sensazione tra i dirigenti è che i ritmi serrati imposti in commissione, e in prospettiva in aula, palesino le reali intenzioni del presidente del Consiglio.
«È lampante che voglia andare al voto in primavera », si ripetono Giovanni Toti e Paolo Romani, Mariastella Gelmini e Renato Brunetta, Mara Carfagna e Deborah Bergamini, tutti in breafing in Transatlantico a Montecitorio dopo la conferenza stampa per illustrare la contromanovra alla legge di stabilità e il “No tax day” del 29-30 novembre (con Berlusconi in piazza San Carlo a Milano).
E allora bisogna rallentarla, quella corsa, è la parola d’ordine.
Romani ci prova subito, in commissione. «Qui sembra che il lavoro sia già finito, non si può comprimere la discussione e poi si rischia che in caso di voto anticipato la Camera vada al voto con l’Italicum 2 e il Senato col Consultellum ».
La Finocchiaro gli replica solo che «la discussione non sarà compressa».
Una battaglia sui tempi nella quale Forza Italia si ritrova a sorpresa al fianco di Alfano. Già , perchè il ministro degli Interni, nell’audizione in commissione, oltre a dirsi favorevole alle preferenze, fa notare che «i 45 giorni previsti dalla legge per la definizione dei collegi elettorali sono un termine esiguo, se si pensa che nel 1993 furono necessari cinque mesi di lavoro».
Perchè quei cento nuovi collegi andranno tutti ridisegnati. «È così, non c’è il tempo necessario per votare a marzo» è la conclusione che trae Giovanni Toti in Transatlantico. Con Alfano del resto lui è sempre in contatto, in vista di una ripresa del dialogo con l’Ncd che Berlusconi vuole far ripartire con un incontro dopo le regionali di domenica (anche se per ora smentisce che una telefonata sia già intercorsa).
Su una federazione, se non su una lista unica, bisognerà pur lavorare.
In commissione, partite le audizioni, da martedì prossimo si entra nel merito. Forza Italia è a un bivio, che farà se il premio resterà alla lista e lo sbarramento al 3 per cento? Voterà contro?
Rischia l’isolamento e l’estromissione dal patto del Nazareno, dato che Pd e Ncd hanno i numeri (15-13) per approvare la legge anche senza diloro in commissione.
Carmelo Lopapa
(da “La Repubblica“)
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