L’ARRESTO DI PONZELLINI: “TANGENTI PER 5 MILIONIâ€: SPUNTANO ROMANI, MILANESE, LA RUSSA, SANTANCHE’, LABOCCETTA
“UN SISTEMA PARALLELO”… I LEGAMI CON PAOLO BERLUSCONI E IL MONDO LEGATO AL PDL MILANESE
In seno alla Banca Popolare di Milano per oltre due anni avrebbe operato, sotto la guida dell’allora presidente Massimo Ponzellini, una «struttura parallela» a disposizione del mondo politico.
Sarebbero stati così concessi finanziamenti a «soggetti» privi dei «requisiti essenziali», ma «adeguatamente sponsorizzati».
Una «associazione a delinquere» che, col contributo del deputato Pdl Marco Milanese, già coinvolto in diverse inchieste, avrebbe anche sfruttato la necessità dello Stato di trovare risorse per la ricostruzione dopo il terremoto in Abruzzo per far passare una legge favorevole al business delle slot machine.
C’è un inquietante quadro di intrecci politico-affaristici nelle carte dell’inchiesta – condotta dal nucleo di polizia tributaria della Gdf milanese e coordinata dai pm Roberto Pellicano e Mauro Clerici – che ha portato agli arresti domiciliari il banchiere Ponzellini, oggi a capo di Impregilo – anche accusato di corruzione per presunte tangenti a lui versate o promesse per circa 5,7 milioni di euro – e uno suo collaboratore, Antonio Cannalire.
E ad un’ordinanza di custodia in carcere per Francesco Corallo, titolare della società Atlantis/B-plus, attiva nel settore dei giochi d’azzardo.
Nel provvedimento firmato dal gip di Milano Cristina Di Censo compaiono una serie di nomi di politici, dagli ex ministri Paolo Romani, Aldo Brancher e Ignazio La Russa ai parlamentari Daniela Santanchè e Alfredo Messina.
Figura chiave dell’inchiesta è Cannalire (che da novembre non ha più alcun rapporto con la banca), «soggetto privo di una chiara professionalità » e definito «alter ego» o «longa manus» di Ponzellini: è il “factotum” che gestisce la «clientala qualficata», ossia «personalità politiche (spesso ministri o parlamentari) e imprenditori, “raccomandati” da questi ultimi».
Per loro c’era «un canale privilegiato» in Bpm, una «concessione arbitraria del credito» che ovviamente, segnala il gip, la gente comune percepisce «come odiosa».
Così nelle carte spuntano vari capitoli.
C’è l’ex ministro Romani che avrebbe sollecitato Cannalire per fare ottenere un «finanziamento di 500 mila euro» a Ilaria Sbressa che gestisce un canale televisivo.
Il 20 gennaio 2011 Cannalire scrive un sms a Romani: «Mi chiede Ponzellini se possiamo invitarti a cena stasera dove ti fa comodo, almeno finchè abbiamo una banca».
Di lì a qualche mese, infatti, per la «coppia Ponzellini-Cannalire» ci sarà «l’uscita» dall’istituto di credito.
«Non c’è nulla di riprovevole nel mio rapporto con Ponzellini e con Cannalire, che conosco e non rinnego», ha dichiarato Romani.
Poi, scrive il gip, «a chiedere un interessamento personale a Ponzellini» per la società Quintogest sarebbe stato «l’ex ministro Ignazio La Russa», il quale replica: «Non vedo quale disvalore avrebbe questo comportamento».
E ancora: «una richiesta di finanziamento di Paolo Berlusconi», le intercessioni del «sen. Alfredo Messina» e di «Aldo Brancher» per «una pratica» e un’altra richiesta di credito «veicolata dall’on. Daniela Santanchè».
Poi i «legami personali» tra Ponzellini, indagato a Milano anche per la vicenda del convertendo Bpm e a Monza nell’inchiesta sul cosiddetto “Sistema Sesto”, e «il gruppo Ligresti», a cui sarebbe arrivata una «erogazione» malgrado «le riserve manifestate dal servizio Crediti» della banca.
Poi il ruolo di Marco Milanese – ex braccio destro di Giulio Tremonti – indagato per associazione a delinquere, assieme anche all’ex dg di Bpm Enzo Chiesa.
Il parlamentare, corrotto, secondo l’accusa, con una serie di «utilità » ancora da accertare, sarebbe riuscito a fare approvare nel 2009, anche a seguito dell’emergenza Abruzzo, la legge che ha introdotto le nuove slot machine digitali (video lotteries), a cui era interessato Corallo (è irreperibile all’estero) con la sua Atlantis.
Milanese avrebbe anche avuto in mano, secondo gli inquirenti, Raffaele Ferrara, direttore dell’Amministrazione autonoma Monopoli di Stato, ente competente sulla disciplina dei giochi d’azzardo, che aveva con lui, stando a un testimone, un «rapporto di sudditanza».
Atlantis avrebbe poi ottenuto un finanziamento sospetto da circa 150 milioni di euro dagli allora vertici di Bpm proprio per comprare le nuove slot machine, in cambio di una mazzetta da oltre 1 milione di euro a Ponzellini e la promessa di 3,5 milioni di sterline.
Credito sospetto che ha fatto scattare l’inchiesta, nella quale una parte l’ha giocata anche il deputato Pdl Amedeo Laboccetta, accusato di favoreggiamento (atti trasmessi a Roma) per aver trattenuto un pc nel corso delle perquisizioni dei mesi scorsi. Pc poi restituito.
Una ispezione della Gdf, scrive il gip, ha dato però risultati «sorprendenti»: il computer “risulta manipolato con cancellazione dei pregressi dati”.
Le carte, infine, danno conto di altre pratiche che avrebbe seguito direttamente Ponzellini: «la storia della Brambilla”, «Sinergetica (Ermolli)», «Fincos (da Calderoli)», «Paolo Berlusconi True Star».
Tutte da approfondire.
Intanto, Bpm fa sapere che «allo stato e secondo le informazioni disponibili, si ritiene che detta vicenda non abbia ripercussioni economiche sulla banca».
Dopo gli arresti, il titolo ha chiuso comunque con un calo del 3,84%, mentre il consiglio di gestione dell’istituto ha deciso di non pagare interessi su titoli subordinati in scadenza il 25 giugno e il 2 luglio prossimi, collocati a suo tempo presso investitori istituzionali.
Leave a Reply