LA CORTE DEI CONTI CONTESTA ALLA GIANNINI LA SPESA DELL’AEREO PRIVATO PER BENIGNI
IN QUALITA’ DI RETTORE DELL’UNIVERSITA’ DI PERUGIA AUTORIZZO’ UNA SPESA DI 22.000 EURO PER UN VOLO FALCON… FA SEGUITO A UN’ALTRA CITAZIONE IN GIUDIZIO PER 420.000 EURO DI DANNO ERARIALE
L’Università per stranieri di Perugia regala nuovi problemi al ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, rettore dell’ateneo speciale per nove anni.
Il 9 marzo scorso, ma si scopre soltanto adesso, la procura della Corte dei conti di Perugia ha aperto un procedimento sul noleggio di un aereo Falcon 20 sostenuto dall’università nel 2011 per consentire all’attore Roberto Benigni e a quattro uomini del suo staff di raggiungere Bruxelles, l’otto novembre, per una lezione su Dante e La Divina commedia da tenere al Parlamento europeo.
L’affitto di quel mezzo, firmato personalmente dall’attuale ministro nonostante l’opposizione di un funzionario dell’ufficio acquisti, costò all’Università per stranieri di Perugia 16.400 euro, a cui vanno sommati oltre 5 mila euro per una serie di spese tra cui il volo di linea Roma-Bruxelles utilizzato dal rettore Giannini (640,60 euro), un secondo aereo su Bruxelles prenotato per un giornalista chiamato a raccontare l’evento (470,90 euro), i trasferimenti dello staff di Benigni all’aeroporto di Ciampino (315 euro), le notti in albergo per sette persone e i loro ristoranti.
La contestazione della Corte dei conti – 22 mila euro in totale – segue quella più onerosa ma meno spettacolare del 10 dicembre 2014, quando il ministro Giannini era stata citata in giudizio per un danno erariale da 420mila euro per l’affitto di alcuni locali dell’università a un centro di ristorazione poi fallito.
Per questo procedimento il processo contabile è previsto il prossimo novembre.
Per contestare il “Falcon privato per Benigni” la Corte dei conti, che nelle ultime settimane ha visto un avvicendamento ai vertici, si è appoggiata su una relazione dei revisori della stessa università perugina, che aveva evidenziato come il rettore Stefania Giannini si fosse attivata in maniera decisa per riuscire a organizzare l’evento “La lingua italiana come fattore di identità e unità nazionale” – attribuendolo alla sua università – in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia.
La Giannini riuscì a convincere il ministero dell’Istruzione, a cavallo tra gli ultimi giorni di Maria Stella Gelmini e l’ingresso di Francesco Profumo, a portare sulla “Lectura Dantis” due finanziamenti destinati ad altro.
Inizialmente, sull’evento furono stornati 7.500 euro previsti per Eurostudent, un lavoro di ricerca sui potenziali clienti (studenti) nel mondo, questo sì in sintonia con la missione di un ateneo per stranieri.
Altri 10.000 euro vennero recuperati in una quota di fondi Miur per la cooperazione tra le università .
Con i soldi rintracciati, la Giannini, in qualità di rettrice, potè garantire alla compagnia l’assegno per il volo privato Ciampino-Bruxelles e ritorno per Benigni e staff (dieci posti disponibili, 28 ore la durata della trasferta).
“L’importo sarà pagato dall’ateneo a termine della prestazione e dietro presentazione di regolare fattura”, scrisse l’università al vettore l’8 novembre 2011.
Dieci giorni dopo, il bonifico partì. La compagnia aerea privata era stata espressamente indicata dall’agente di Benigni.
La Corte dei conti di Perugia ha già ricevuto, e inserito nel fascicolo 219, il carteggio tra gli uffici dell’ex rettore e lo staff dell’attore, le delibere del Consiglio d’amministrazione dell’Università , i biglietti di linea del ministro e del giornalista invitato, la fattura per l’affitto del Falcon 20.
La vicenda “volo in aereo”, aperta dalla magistratura contabile già nel 2014, è rimasta sganciata dall’affitto in perdita dei locali universitari e da una terza vicenda riguardante l’acquisto per 2,5 milioni di un palazzo della Provincia di Perugia da parte dell’ateneo per stranieri.
Su tutte e tre i casi c’è stata censura dei revisori interni, la Corte dei conti per ora ne ha contestati due.
In un’interrogazione parlamentare Gianluca Vacca del Movimento 5 Stelle a marzo ha scritto: “Ci sembra evidente che se lo stesso viaggio a Bruxelles fosse stato compiuto utilizzando un volo di linea avrebbe avuto costi nettamente inferiori”.
Il ministro Stefania Giannini, interpellata, ha fatto sapere che fu Roberto Benigni a chiedere la cortesia del volo privato visto che il suo staff era ampio e lui aveva una gamba ingessata.
“Resto orgogliosa di aver contribuito a organizzare quello straordinario evento e non sono convinta che pagare un volo di linea ad altre cinque persone sarebbe costato meno. Benigni non chiese cachet e la spesa per il suo trasferimento fu condivisa da tutto il Consiglio di amministrazione dell’Università per stranieri. In un primo tempo era prevista anche la presenza del presidente Napolitano, poi rientrata per il precipitare delle vicende politiche italiane. Vorrei anche ricordare che io volai a Bruxelles con una compagnia low cost”.
(da “La Repubblica“)
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