LA CORTE PENALE INTERNAZIONALE RINGRAZIA LA GERMANIA PER L’ARRESTO DI AL BUTI, IL TORTURATORE LIBICO “SOCIO” DI ALMASRI , RICERCATO DALLA GIUSTIZIA EUROPEA
A DIFFERENZA DEL GOVERNO ITALIANO LA GERMANIA ESTRADERA’ IL CRIMINALE ALLA CPI… LA GERMANIA RISPETTA LA LEGGE NON E’ COMPLICE DI CRIMINALI
La Cpi ha ringraziato le autorità tedesche per “la loro forte e costante cooperazione”, “cheha portato” all’arresto il 16 luglio del libico al Hishri, noto come al Buti.
Secondo quanto riportato dai media tedeschi, Berlino avrebbe intenzione di collaborare ed estradare il cittadino libico arrestato, in contrasto con quanto avvenuto nel caso Almasri da parte delle autorità italiane.
Su quella vicenda è attualmente in corso un’indagine da parte del tribunale dei ministri, volta a verificare eventuali responsabilità di esponenti del governo. Tra gli indagati figurano la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, i ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio, e il sottosegretario con delega ai servizi, Alfredo Mantovano.
Il caso
In Libia è noto come Al Buri, ma il suo nome è Khaled Mohamed Ali El Hishri. Ai vertici della milizia Rada assieme al generale Almasri, il criminale libico che fu prima arrestato all’alba del 19 gennaio scorso a Torino e poi liberato dal governo italiano dopo 48 ore con un volo di Stato per Tripoli, rallentando così le indagini del caso. Al Buri è stato arrestato dalle autorità tedesche a Francoforte, in Germania, che sono state premiate dal Tribunale Penale dell’Aia per la loro collaborazione ed impegno. Pendono inoltre altri 9 mandati di arresto contro altrettanti cittadini libici presumibilmente coinvolti.
I motivi dell’arresto
L’accusa, da parte della Corte penale internazionale, è di essere
stato uno dei funzionari di alto rango del carcere di Mitiga. Il sospetto è che abbia commesso direttamente, ordinato o partecipato a crimini contro l’umanità. Sono elencati tra i crimini : stupro, tortura, omicidio e violenza sessuale, tutti commessi tra il febbraio 2015 e l’inizio del 2020. La Cpi ricorda che il 12 maggio scorso la Libia ha accettato la giurisdizione della Corte sul suo territorio per eventi registrati tra il 2011 ed il 2027. Tra i ricercati c’è anche Saif Al-Islam Gheddafi, uno dei figli dell’ex rais del Paese.
(da agenzie)
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