LA FAMIGLIA BLINDA SILVIO: FUORI I MERCANTI DAL TEMPIO
LE “BADANTI” TENUTE LONTANE DAL SAN RAFFAELE, POLITICA IN MANO A LETTA
I mercanti sono usciti dal tempio. O meglio sono stati cacciati, per volere della famiglia di Silvio Berlusconi.
Al San Raffaele l’ex premier conta le ore che lo separano dall’operazione, che inizierà domani mattina alle 8,00. Vicino a lui c’è solo la famiglia, nel senso stretto (i figli) e nel senso allargato, inteso come Fedele Confalonieri e Gianni Letta.
Fuori i mercanti e le badanti, colpevoli essersi impossessati del Cavaliere, spremendolo fino alle estreme conseguenze.
Più che alla fidanzata Francesca Pascale, il cui legame con Berlusconi è fuori discussione, l’accesso al San Raffaele è stato negato alle altre donne che, in questi anni, ne ha gestito impegni e agenda, telefono e ritmi di vita, come Maria Rosaria Rossi, tesoriera del partito con potere di firma e la sempre presente Alessia Ardesi, che ultimamente non lo lasciava solo neanche durante gli incontri più delicati.
Donne che vivevano ad Arcore in pianta stabile, gestendo casa e politica, fagiolini e incontri, camerieri e strategie e, soprattutto, i ritmi di Berlusconi, portato in giro come una madonna pellegrina nell’ultima campagna elettorale per rimpinguare le casse vuote del partito e rianimare il consenso di un partito moribondo.
“Impacchettatele tutte”: occhi di fuoco, per rabbia e dolore, così Marina le aveva indicate come colpevoli del disastro che aveva portato il padre d’urgenza al San Raffaele, rischiando di morire, come ha detto Zangrillo nel corso della sua conferenza stampa.
Più delle parole del medico, lo choc vero è stato veder arrivare l’ex premier in ospedale in preda a una crisi di fame d’aria e con l’acqua nei polmoni.
E con l’ex premier in terapia intensiva attaccato all’ossigeno, vedere le badanti baccagliare alla vista di Verdini che si era precipitato come un amico premuroso è apparsa, agli occhi della famiglia, come la grottesca conferma di una inadeguatezza al ruolo.
“Dobbiamo solo pensare difendere la salute di papà ”: il ruolo di capofamiglia affettivo di Marina è stato riconosciuto da tutti i figli, sia di primo sia di secondo letto.
Per difendere la salute, la prima misura preventiva è stata allontanare chi l’ha minata, quelle profittatrici — così le chiamava Barbara — più avvezze ad attribuire trame a complotti agli altri che a verificare come il gonfiore degli arti dell’ex premier — superiori e inferiori — manifestatosi la scorsa settimana richiedesse più un elettrocardiogramma o un’ecografia al cuore che un comizio ad Ostia a trenta gradi.
Fuori tutti. E se alla salute ci pensa Marina, e all’azienda Confalonieri, la politica è interamente nelle mani di Letta e Ghedini.
È con loro che l’ex premier ha parlato più volte, stabilendo di scrivere una nota per rassicurare all’esterno e far vedere che è presente e lucido a un partito in preda a una ridda di voci, ambizioni, calcoli:
“Sono naturalmente preoccupato. Ma sono stato molto confortato dalle tantissime dimostrazioni di stima, di sostegno e di affetto che mi sono pervenute da ogni parte, anche dai cosiddetti avversari politici. Che bella un’Italia così, in cui tutti si vogliono bene! A tutti un grazie riconoscente e un abbraccio affettuoso”.
Attorno a Berlusconi è stata alzata una barriera, ferma e premurosa, per evitare che nei prossimi giorni si stanchi e disperda energie: “Evitiamo la via crucis di parlamentari, non è il momento”.
Non sono sfuggiti, a chi gli sta attorno, movimenti, interviste, dichiarazioni, cene carbonare di chi ha fatto iniziare, nei giorni della terapia intensiva, il dopo Berlusconi, spifferando di cabine di regie e direttori.
È tutto prematuro e non solo perchè ci sono i ballottaggi domenica.
C’è una lunga convalescenza da gestire, dopo l’intervento. Almeno di un paio di mesi, nella migliore delle ipotesi. E se c’è un punto fermo in questa storia è che certamente l’impegno e le modalità “politiche” di Berlusconi dovranno cambiare, nei ritmi e nell’intensità , cosa di cui con Letta e Ghedini ha già parlato.
Ma è altrettanto fermo l’altro punto. E cioè che deciderà lui, quando ci saranno le condizioni.
Ora l’intervento. Fuori, ad attenderlo, solo la famiglia.
(da “Huffingtonpost“)
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