LA FURBATA DI SALVINI SUI SOLDI RUSSI: IN PARLAMENTO SOLO UNA CAPATINA. E IL PD OCCUPA MONTECITORIO
CUOR DI LEONE SCAPPA COME SEMPRE, NESSUNA INFORMATIVA ALLA CAMERA… POCHI MINUTI E NIENTE DIBATTITO
Nessuna informativa. Matteo Salvini si è detto non disponibile a prestarsi a quella che per lui diventerebbe prestissimo una corrida parlamentare.
La richiesta, arrivata sul tavolo della presidenza della Camera da parte del Pd, è stata respinta, come ha comunicato Roberto Fico ai capigruppo.
Perchè l’informativa prevede una relazione, un lungo dibattito, eventuali controrepliche. Insomma, incontrollabile.
Nulla da fare, almeno per il momento. È stato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro a spiegarlo ai presidenti dei gruppi di Montecitorio: “Non ho ricevuto nessuna risposta”. Silenzio diniego, occorrendo il via libera dell’interessato per un atto formale di questo tipo
La prima fessura nel muro di silenzio della Lega si era aperta poche ore prima, quando Salvini aveva detto e non detto questa cosa qui: “Certo che vado in Parlamento. È il mio lavoro. Ci vado bisettimanalmente e per il question time durante il quale rispondo su tutto lo scibile umano, sempre”.
Essendo la risposta alla domanda se avrebbe riferito alle Camere sul caso Savoini e i presunti soldi dalla Russia, poteva voler dire tutto o non voler dir nulla.
La mossa è chiara. Quella della risposta a un’interrogazione è un territorio molto più agevole e controllabile. Una singola domanda di un singolo deputato, una manciata di minuti appena per la risposta del ministro interpellato, una controreplica di un minuto. Stop.
Quella che i Dem definiscono una furbata, e che a Salvini permetterebbe da un lato di evitare un processo politico, dall’altro di poter dire di non essersi sottratto al Parlamento.
Si dovrà tra l’altro attendere, però. Perchè mercoledì e giovedì, i giorni in cui i titolari dei dicasteri si presentano rispettivamente a Camera e Senato, il leader della Lega sarà ad Helsinki.
L’eventuale, striminzita risposta in sede istituzionale la si avrà quindi non prima di una settimana. Il no ha scatenato la bagarre del Pd, che con il segretario Nicola Zingaretti aveva incontrato la presidente del Senato Elisabetta Casellati (e che mercoledì mattina incontrerà lo stesso Fico): stop ai lavori d’aula e occupazione della commissione Affari costituzionali perchè “il Parlamento è stato umiliato”, ha spiegato Graziano Delrio. Dove, guarda caso, si stava esaminando il decreto Sicurezza bis.
Alla fine di una convulsa giornata Salvini continua a non cedere di un millimetro sulla posizione del “non c’è nulla da spiegare”, e ha alzare barricate contro le quali, tecnicamente parlando, le opposizioni hanno poche armi da contrapporre.
C’è solo la piccola fessura del question time. Ma è davvero improbabile che sia la crepa da cui possa entrare la luce.
Ostruzionismo sui lavori parlamentari in Aula e occupazione dei banchi della prima commissione fino a quando Matteo Salvini non si presenterà alla Camera per riferire sui presunti finanziamenti russi alla Lega. Il Pd sfida il vicepremier leghista: “Non basta una risposta durante il question time, serve un’informativa del ministro dell’Interno e quindi un dibattito”. Quando il titolare del dicastero dei Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro riferisce di non aver ricevuto alcuna risposta, e quindi la disponibilità da parte del vicepremier leghista al dibattito in Aula non c’è, scoppia il caos.
(da “Huffingtonpost“)
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