LA LEGA VUOLE CHIUDERE L’AGENZIA ANTI-RAZZISMO
IL CARROCCIO PRESENTA UN EMENDAMENTO AL MILLEPROTOGHE PER SOPPRIMETE L’UNAR, L’UFFICIO CHE DENUNCIA LE DISCRIMINAZIONI…. COSI’ IMPARA A CRITICARE IL PATACCARO MARONI E I SINDACI RAZZISTI
Nove righe di “proposta di modifica” al decreto legge numero 2518, il Milleproroghe che tutto contiene, e l’antirazzismo viene cancellato dal programma di governo.
Lo chiede la Lega.
Via il finanziamento annuale che tiene in vita l’Ufficio per il contrasto delle discriminazioni, l’Unar: due milioni di euro.
E, a cascata, stop alle contestazioni ai sindaci che hanno firmato delibere favorevoli agli italiani, al governo stesso, alle aziende che hanno negato assunzioni sulla base di ragioni di razza e religione, alle assicurazioni che hanno considerato i rumeni automobilisti peggiori, ai giornalisti che hanno usato in libertà le parole “negro” e “frocio”.
La Lega Nord, attraverso cinque senatori, con la modifica numero 1.146 (andrà ai voti all’inizio di marzo) ha chiesto la soppressione «a decorrere dal 31 marzo 2011» dell’Unar, nato per volontà dell’Unione europea e accolto dal governo Berlusconi solo nel 2005.
In un successivo emendamento, già depositato, si suggerisce che quei soldi siano destinati «alla Fondazione Teatro Regio di Parma per la realizzazione del Festival Verdi».
L’Ufficio contro le discriminazioni è insediato in tutti i paesi dell’Unione europea e solo in Italia e in Finlandia ed è a libro paga del governo (con soldi comunitari, in verità ).
Delle 790 segnalazioni avviate nel 2010, molte sono state recapitate a sindaci leghisti di città del Nord che avevano firmato delibere per dare borse di studio solo a studenti italiani e residenti nel Comune da almeno cinque anni (Castelcovati, provincia di Brescia), alloggi pubblici sociali solo a indigeni (Pontoglio, provincia di Brescia), consentivano l’accesso a dati anagrafici con rigide prescrizioni per gli stranieri (Bassano Bresciano) e stanziavano bonus bebè su base etnica (Trieste). In questi casi i funzionari dell’Unar hanno scritto alle amministrazioni chiedendo di cambiare l’atto.
Quando il Comune non ha recepito, è partita la causa (intentata da libere associazioni, non dall’Unar).
E l’indicazione dell’Ufficio anti-discriminazioni quasi sempre è stata accolta dai tribunali.
Sandro Mazzatorta, senatore leghista, primo firmatario dell’emendamento e sindaco di Chiari (Brescia), dice: «Questi oscuri burocrati da sei mesi a questa parte si sono messi a fare politica trasformandosi in maestrini dalla penna rossa: qui siete razzisti, lì xenofobi. Abusano del concetto di discriminazione indiretta e pretendono una parificazione totale tra il cittadino autoctono e l’extracomunitario ospite temporaneo. Quei due milioni sono soldi buttati, l’ufficio va soppresso»
Meglio berseli nelle osterie della padagna del magna magna, insomma.
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