LA LEGGE SUL DIRITTO DI CITTADINANZA E’ UN SEGNALE POSITIVO, MA TROPPO MINIMALISTA
IN REALTA’ L’ESTENSIONE DELLO IUS SOLI E’ CONCESSA AI MINORI SOLO IN DUE CASI… SI TRATTA DI MISURE CHE VANNO A INCIDERE SULLA VITA DI BAMBINI CHE PARLANO ITALIANO E CHE HANNO SEMPRE VISSUTO NEL NOSTRO PAESE
Il disegno di legge di riforma della cittadinanza, attualmente in discussione al Senato, prevede l’estensione dello ius soli in due casi: 1) nei confronti di chi è nato nel territorio della Repubblica da genitori stranieri, di cui almeno uno sia titolare del diritto di soggiorno permanente, riconosciuto al cittadino dell’Unione europea che abbia soggiornato legalmente e in via continuativa per cinque anni nel territorio nazionale, o sia in possesso del permesso di soggiorno dell’Unione europea per soggiornanti di lungo periodo e 2) nei confronti del minore straniero che sia nato in Italia o vi abbia fatto ingresso entro il compimento del dodicesimo anno di età , abbia frequentato regolarmente, per almeno cinque anni, uno o più cicli presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione o percorsi di istruzione e formazione professionale triennali o quadriennali idonei al conseguimento di una qualifica professionale.
La riforma, quindi, riguarda in particolare i minori stranieri, che attualmente rappresentano il 22% (circa un milione) di tutta la popolazione minorile in Italia.
Si tratta, pertanto, di misure che vanno a incidere sulla vita di bambini che, molto spesso, non hanno mai vissuto in altri paesi e non parlano che l’italiano.
Nei loro confronti non si può neanche dire che siano immigrati, perchè gran parte di loro è nata qui, non ha mai dovuto attraversare alcun confine.
Eppure, sono trattati da stranieri; per vivere, frequentare le scuole o lavorare devono chiedere il permesso di soggiorno.
Il disegno di legge che introduce, assai timidamente, lo ius soli in Italia è senz’altro un segnale positivo, da sostenere. Non si può tuttavia tacere che ha tanto il sapore di una legge manifesto, di una pennellata universalistica in un contesto di politiche che da sempre escludono i non italiani dall’esercizio dei diritti universali, che costruiscono centri di detenzione per immigrati e richiedenti asilo e che sopprimono il diritto alla difesa di questi ultimi in alcuni gradi di giudizio.
(da “il Fatto Quotidiano”)
Leave a Reply