LA LOTTA PER LA LEADERSHIP DEL CENTROSINISTRA: A VUOTO L’APPELLO DI RENZI
“NOI STIAMO CON BERSANI”: LA LETTERA CONTRO L’USATO SICURO RESPINTA DA MOLTI AMMINISTRATORI PD
Una lettera per la «rottamazione» e un manifesto per l’«usato sicuro».
C’è l’ultima fatica epistolare di Matteo Renzi, indirizzata agli amministratori del Pd per invitarli al Big Bang di sabato prossimo nella sua Firenze.
Con una «provocazione» che è tutta un programma: «I veri tecnici siamo noi. Perchè la tecnica non è il contrario della politica: la tecnica è, dovrebbe essere, almeno, strumento a servizio della politica».
Un invito, però, che a conti fatti, un gruppo di destinatari ha già declinato.
In tutto una trentina, tra sindaci, presidenti di Provincia e di Regione, che alla lettera di Renzi hanno risposto con un appello per sostenere Pier Luigi Bersani alle primarie del centrosinistra.
Da Piero Fassino a Vasco Errani, da Zanonato a Cialente, da Merola a Scanegatti passando per Daniele Manca e Catiuscia Marini.
C’è perfino la firma di Enrico Rossi, governatore della Toscana, in calce al manifesto che sponsorizza il «vecchio» segretario rottamando il «nuovo» sindaco di Firenze.
Insomma, prime importanti defezioni tra i grandi elettori naturali di Matteo Renzi, proprio nel giorno della chiamata a raccolta all’assemblea che, promette lo sfidante di Bersani, «non sceglierà un candidato alle primarie, ma candiderà gli amministratori per cambiare l’Italia».
Già , proprio quegli amministratori tra i quali, evidentemente, c’è chi preferisce l’«usato sicuro» agli incentivi alla «rottamazione».
E che non faranno parte della spedizione dei mille che il prossimo week-end affollerà il palazzo dei congressi a due passi dalla stazione di Santa Maria Novella.
Dove il tema del rinnovamento sembra già destinato a monopolizzare la due giorni. «Non abbiamo scoperto oggi la spending review o il rigore amministrativo — scrive il sindaco —. Solo che siamo abituati a farlo mettendoci il cuore, l’anima, tutto noi stessi. C’è la casta di chi sta rinchiuso nei palazzi dell’amministrazione centrale e c’è l’anticasta di chi tutti i giorni incontra cittadini, parla, ascolta, sta nei mercati e nei centri anziani, nelle scuole e sui posti di lavoro».
Critiche, ma anche proposte. «Non ci serve l’ennesimo cahier de doleances — prosegue Renzi —. E la nostra non può essere una terapia di gruppo di chi si racconta i rispettivi problemi, una sorta di seduta collettiva di amministratori anonimi».
Con una spinta alla fiducia e all’ottimismo. «Noi possiamo e vogliamo restituire un orizzonte all’Italia — continua il capo rottamatore —. Che ha tanti problemi, è vero. Ma è un Paese fantastico, pieno di talenti e opportunità . Liberare l’Italia che già c’è, e che è decisamente più bella di come ce la raccontiamo: questa la prima missione».
Ci sono i meriti dei tecnici guidati da Monti, che hanno ridato «all’Italia quella credibilità che aveva perduto» evitandole «il destino della Grecia», e i doveri della politica.
Che nel manifesto degli amministratori pro Bersani si riassumono più o meno così: «Siamo al cospetto di questioni irriducibili che richiedono di essere guardate in profondità e affrontate con la convinzione che l’impresa che andiamo ad affrontare richiede un passo saldo e determinato e un nuovo patto democratico per la ricostruzione e il cambiamento del Paese».
E come nella lettera di Renzi, anche l’appello a favore del segretario nazionale del Pd, mette al centro gli amministratori locali. «La difficoltà crescente di trovare soluzioni concrete coinvolge direttamente noi Sindaci», nella ricerca di una soluzione che «sta nel ricreare una sana gerarchia dei valori» contro «la montante ondata populista» che «può solo aggravare la disillusione dei cittadini».
La sfida tra Bersani e Renzi per evitarlo è già cominciata.
Antonio Pitoni
(da “La Stampa“)
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