LA MANCIA RIFIUTATA: LA DIGNITA’ E L’ORGOGLIO DEI PIU’ UMILI
IN UN PAESE DOVE GIRANO BUSTARELLE PER OGNI OCCASIONE, C’E’ ANCHE CHI RIFIUTA UNA MANCIA
Non amo solitamente rendere pubblici episodi di vita di cui sono testimone in prima persona, sia per
una questione di riservatezza sia per il fatto che servono più a corroborare i miei pensieri e le mie convinzioni che a farne argomento di sterile dibattito.
Per una volta voglio fare un’eccezione: in occasione della morte di mia mamma, questa mattina, lontano dalla mia città , in un piccolo cimitero di un piccolo paese, è avvenuta la sua tumulazione alla presenza di pochi congiunti.
Come avviene in tali tristi occasioni, un incaricato ha provveduto materialmente a porre la fila di mattoni su cui in seguito verrà apposta la lapide.
Lo osservavo mentre con delicatezza eseguiva il suo compito, mattone dopo mattone.
Al termine un mio parente gli si è avvicinato e con garbo ha fatto l’atto di regalagli una banconota, come ringraziamento del lavoro svolto senza fretta.
Questo muratore, dipendente del Comune, ha spiegato che non poteva accertarlo perchè quello è il lavoro per il quale è già pagato.
Il mio congiunto ha insistito tre volte spiegando che era un piccolo gesto di ringraziamento, pregandolo di accettare.
Nulla da fare, quel muratore di mezza età non ha ceduto di un millimetro: “se faccio il mio lavoro non vedo il motivo di accettare mance, mi fa piacere che apprezziate come l’ho svolto, per me è già una soddisfazione, ci mancherebbe che percepissi un extra per quello che è il lavoro per cui vengo remunerato”.
Poi il muratore ha raccolto i suoi attrezzi, ha sorriso, ha ringraziato e si è allontanato.
In quel momento ho pensato a quanti politici, dirigenti pubblici e privati, amministratori, non solo incassano ma pretendono mazzette, a quante discussioni sui social si incentrano sui dipendenti pubblici “fannulloni”, a quanti leader politici ci propinano discorsi vuoti sulla dignità e sul merito.
Poi ti trovi in piccolo cimitero di paese e la “dignità ” la scopri nelle persona più umili, in un muratore che diventa esempio di orgoglio del proprio lavoro e di “valori” veri, non di bolsa retorica.
Con la sua disarmante logica del “mi pagano per questo, perchè dovrei accettare altro?”.
E ti senti quasi in colpa, speri di non averlo ferito, perchè è come se una lezione di vita ti avesse colpito come uno schiaffo.
Perchè sai che ha ragione lui e non puoi che provare ammirazione per una persona che ti rende felice pur in un momento triste: hai la conferma che esistono ancora persone umili che hanno “valori di riferimento” che la nostra società è ormai incapace di esprimere.
Esistono, eccome.
Quanto sarebbe migliore l’Italia se in certi programmi tv invitassero non i soliti politici cazzari che speculano su tutto, che insultano e diffondono odio, ma il “mio” muratore.
Spiegherebbe le regole della vita in modo semplice, farebbe capire quanto sia importante anche il lavoro più modesto, quanto sia semplice “essere onesti” e “avere dignità “.
Una lezione di vita nel momento del dolore, un esempio di riscatto che non a caso ci viene da un umile lavoratore che si sente gratificato solo dall’aver fatto bene il proprio lavoro.
E comprendi che sono questi gli uomini che possono ancora riscattare il nostro Paese.
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