LA MILANO PRO-CALENDA E I VOTI PADANI DI BOSSI
ECCO LA RETE DI MORATTI… SU 5.000 ISCRITTI ALLA LEGA IN LOMBARDIA GIA’ 1.500 HANNO ADERITO ALLA CORRENTE DI BOSSI
Il traino “riformista” del Terzo polo a Milano, la metropoli con gli stipendi più alti d’Italia, dove nel collegio del centro città l’accoppiata Iv-Azione il 26 settembre prese il 23%; la capacità di parlare alla provincia profonda lombarda, montana e valligiana, degli ex leghisti.
Se l’operazione andrà in porto lo si saprà dopo domenica, ma lo schema di Letizia Moratti è chiaro. Conquistare la terza lista – oltre alla propria civica e alla federazione renzian-calendiana – a sostegno della propria candidatura a presidente della Regione Lombardia, quella del Comitato Nord capitanato da Umberto Bossi, avrebbe un senso politico chiaro, cioè allargare la base dei consensi a mondi molto diversi tra loro. “Moratti e Bossi hanno un ottimo rapporto da sempre, sin da quando furono ministri assieme nel secondo governo Berlusconi”, racconta chi lavora fianco a fianco con la ex sindaca di Milano.
Il rapporto personale tra lei e il Senatur non si è mai interrotto in questi anni, problemi di comunicazione non ce ne sono insomma. Quando Moratti era a Palazzo Marino capitava spesso che Matteo Salvini, giovane capogruppo leghista in Consiglio comunale, facesse drizzare i capelli della sindaca, per quei suoi modi da agitatore seppur in maggioranza; allora capitava che lei sentisse Bossi, chiedendogli una mano. Solo che adesso, prima di eventualmente siglare una nuova e clamorosa intesa con Moratti, il fondatore della Lega è in attesa di una risposta da Salvini e dal resto della coalizione: c’è spazio per gli autonomisti a sostegno di Attilio Fontana?
Nel frattempo Moratti (“concreta, dinamica, tenace come la Lombardia”, dicono i suoi manifesti appesi ovunque, dalle stazioni della metropolitana ai classici cartelloni) gira ormai da settimane in lungo e in largo: ospedali, aziende brianzole, associazioni di categoria, uffici in condivisione, la comunità ebraica per Hanukkah ma pure i centri culturali sikh.
“Ha un profilo liberale che ci permette di costruirle attorno un nostro progetto identitario”, dice la coordinatrice metropolitana di Iv, Lucia Caridi. Il “progetto identitario” in questione è quello di una proposta “che vada oltre alla destra e alla sinistra per focalizzarsi sulla competenza”. Sarà anche per questo che con Moratti, nella civica ma pure nella lista terzopolista, sono arrivati da tutte le parti: ex leghisti, ex 5 Stelle, ex pd o comunque civici di sinistra, finanche provenienti dall’esperienza di Giuliano Pisapia.
Per Matteo Renzi e Carlo Calenda più ancora che la Lombardia è Milano e la sua area produttiva (produttiva, europea e tutto il resto) il fortino simbolico da conquistare definitivamente. Dove si è tenuta la contro-manifestazione pro-Ucraina? A Milano. Dove l’assemblea di Iv per dare il via libera alla federazione? Sempre Milano.
Intanto sulla Nuova Padania, giornale online che ha preso idealmente il posto del vecchio quotidiano del Carroccio, si legge che sarebbe “meglio arrivare al dunque, augurarsi che resti il veto di Salvini, che il Comitato Nord vada per la sua strada e dimostri di avere le gambe per camminare”. Sempre più militanti inferociti chiamano il segretario federale “ministro del Ponte sullo Stretto”, su 5 mila iscritti al partito lombardo ben 1.500 hanno aderito alla corrente bossiana. I quattro consiglieri regionali che hanno formato il gruppo al Pirellone – l’ultimo giorno utile per poter presentare una lista senza dover raccogliere le firme – potrebbero diventare sei a giorni, tra loro ci sono anche eletti che un loro giro di preferenze lo hanno: da Roberto Mura a Pavia a Max Bastoni su Milano. Poi ci sono i neoeletti segretari di federazioni di peso come Bergamo e Brescia, il sindaco di Pavia Fabrizio Fracassi che è un ottimo amministratore, tutta gente in mezzo al guado che in queste ore deve decidere sul da farsi.
Il sogno accarezzato da molti sarebbe trovare la via legale per scippare alla Lega per Salvini premier il simbolo della Lega Nord di cui Bossi è presidente a vita, quell’Alberto da Giussano che da solo farebbe da sigillo di qualità, per così dire.
“Bossi ci chiede di concentrarci sul radicamento in Lombardia, lavoriamo non per spaccare la Lega ma per salvarla”, assicura l’eurodeputato Angelo Ciocca, il co-promotore del Comitato con Paolo Grimoldi, uomo da 90 mila preferenze nel 2018. Va da sé però che ora tocca ai super-salviniani alla guida del partito decidere se accettare la consulenza padana: la risposta è attesa entro domenica. Andasse male, Moratti è lì con le braccia aperte.
(da La Repubblica)
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