LA MINISTRA CALDERONE CERTIFICA CHE I CANTIERI IN ITALIA SONO UN FAR WEST E CERTI (IM)PRENDITORI UNA FOGNA
NEL 2023 I CONTROLLI HANNO RISCONTRATO IRREGOLARITÀ NEL 76% DEI CASI, DATO CHE SALE ALL’85,% PER I LAVORI LEGATI AL SUPERBONUS
È un quadro desolante quello che emerge dalle parole della ministra del Lavoro Marina Calderone ieri a Palazzo Chigi. L’informativa sullo stato della tutela della sicurezza sul lavoro descrive una situazione di fatto fuori controllo. Per questo, già lunedì prossimo è previsto il varo del decreto che dovrebbe portare una stretta contro il “Far West” dei cantieri.
Durante la riunione del governo la ministra snocciola i numeri: nel 2023 i controlli hanno riscontrato irregolarità nel 76,48% dei casi, dato che sale all’85,2% per i lavori legati al Superbonus. L’unica nota positiva è il numero delle denunce di infortunio, che secondo l’Inail – tra gennaio e dicembre – sono state 585.356, in calo del 16,1% rispetto al 2022.
Diminuiscono leggermente anche gli incidenti mortali, 1.041 in tutto (-4,5%). Ma si tratta ancora di numeri troppo alti: anche ieri c’è stata una nuova vittima a Palermo, dove un operaio è morto travolto dal crollo di un muro. La ministra ha anche spiegato che le ispezioni aumenteranno del 40% nel 2024, grazie anche all’assunzione di 500 ispettori.
Per provare ad arginare il fenomeno Calderone sta lavorando al decreto e Meloni è disposta anche a valutare alcune delle richieste dei sindacati e delle opposizioni, come quella di estendere anche ai cantieri privati le norme che valgono per i pubblico: «Sono d’accordo – ha detto la premier – ma sopra una determinata soglia, se no si crea una situazione insostenibile».
Quello che non sarà nel pacchetto del governo, invece, è il reato di “omicidio sul lavoro”, che non piace per niente al ministro della Giustizia Carlo Nordio. Si ragiona invece su una norma di coordinamento delle procure della Repubblica sulle attività di indagini per i reati in materia di lavoro e di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.
Nel decreto, poi, dovrebbero essere inserita la possibilità di interdizione dagli appalti da due a cinque anni per le imprese responsabili di gravi violazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro o per accertata responsabilità penale per reati in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Si starebbe poi valutando anche la sospensione e decadenza dai benefici fiscali e contributivi per le aziende non in regola.
I sindacati si preparano all’incontro di lunedì, ma per ora non abbassano la guardia, anche perché non apprezzano la scelta del tavolo separato tra governo e imprese: «Lunedì, quando finalmente il governo ha deciso di convocarci, è il momento di atti concreti e decisioni», avverte Maurizio Landini, segretario generale della Cgil.
(da agenzie)
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