LA MISSIONE DELLA MELONI A TUNISI SI E’ RISOLTA COME AL SOLITO: NON HA OTTENUTO NULLA
VON DER LEYEN: “PER I FINANZIAMENTI SERVE L’ACCORDO CON IL FMI”… KAIS SAYED: “NON SAREMO LA GUARDIA DI FRONTIERA DI ALTRI STATI”
Una dichiarazione congiunta, per poi arrivare a un memorandum. L’Unione europea si presenta al palazzo presidenziale di Cartagine con un po’ di soldi, 150 milioni di euro per le disastrate casse tunisine, altri 100 milioni per il controllo dell’immigrazione e la promessa di un sostegno nel negoziato più complesso: quello tra la Tunisia e il Fondo monetario.
Solo in caso di un accordo con Washington l’Ue è pronta ad intervenire pesantemente per evitare il fallimento dei conti pubblici nel Paesi mediterraneo.
Dietro al linguaggio diplomatico, c’è il nulla.
Giorgia Meloni è tornata a Tunisi cinque giorni dopo l’incontro con il presidente Kais Saied, stavolta accompagnata da due partner considerati strategici, in vista del Consiglio europeo di fine giugno che, nelle intenzioni italiane, si dovà occupare di migranti: la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il capo del governo dei Paesi Bassi.
Il presidente tunisino, poche ore prima dell’arrivo dei tre, aveva già messo le mani avanti: «Non saremo la guardia di frontiera di altri Stati».
Al termine dell’incontro è stata firmata una dichiarazione congiunta
Von der Leyen dà qualche dettaglio in più sul negoziato in corso: «La Commissione europea valuterà l’assistenza macrofinanziaria non appena sarà trovato l’accordo (con il Fmi ndr.) necessario. E siamo pronti a mobilitare fino a 900 milioni di euro per questo scopo di assistenza macrofinanziaria. Come passo immediato, potremmo fornire subito un ulteriore sostegno al bilancio fino a 150 milioni di euro».
L’Ue resta alla ricerca di un punto d’equilibrio apparentemente impossibile: da una parte il Fondo monetario che, per concedere il finanziamento, pretende riforme, dall’altra Saied che per orgoglio nazionalista non ammette, almeno a parole, ingerenze sulle scelte di politica interna. In particolare il presidente tunisino crede di non poter assecondare il Fmi sul tema dei sussidi a larghe fasce della popolazione.
(da agenzie)
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