LA PATACCA FEDERALISTA DERAGLIA, LA LEGA NON SA PIU’ CHE FARE E FINISCE SPERNACCHIATA
CALDEROLI PROPONE SETTE GIORNI DI PROROGA, IL TERZO POLO NON CI STA: “NON BASTANO, SERVONO SEI MESI PER ATTUARE LE NECESSARIE MODIFICHE, OCCORRONO RISPOSTE CONCRETE, IL TESTO E’ STATO PEGGIORATO”…E IN COMMISSIONE IL GOVERNO NON HA LA MAGGIORANZA
Si fa sempre più tortuosa la strada del federalismo. 
Il consiglio dei ministri ha deciso il rinvio di una settimana per l’esame e il voto dei pareri sulla delega al federalismo fiscale da parte della ‘bicameralina’ per il federalismo.
Il rinvio di una settimana è stato proposto dal ministro della Semplificazione Roberto Calderoli che spiega: “Vogliamo proseguire il dialogo”.
Il governo, in questo modo, ha concesso una settimana in più alla commissione per discutere ed approvare il testo, il cui via libera in questo modo slitterà da mercoledì prossimo a quello successivo.
“E’ andata bene, c’è solo qualche giorno in più per leggere gli emendamenti”, sottolinea il ministro delle Riforme, Umberto Bossi.
Che però torna a minacciare le urne: “Se ci sono i voti bene, altrimenti si va a votare”.
Le opposizioni, intanto, non ci stanno.
Il Terzo Polo dice che una settimana di tempo non basta affatto, e anzi chiede una proporoga di sei mesi.
Analoga posizione dei democratici: “Rinvio di una settimana è una presa in giro”.
“Il governo ha la volontà di spaccare anche il capello se necessario ma chiederemo all’ufficio di presidenza della bicamerale che sia fissato un orario per la seduta del mercoledì successivo in modo che ci sia la certezza dei tempi”, spiega Calderoli.
Riguardo alla proroga di sei mesi per la legge delega che scade il 21 maggio, chiesta dall’opposizione, rimanda la decisione al Parlamento: “è una valutazione che spetta all’Aula, il governo non può esprimersi su questo”.
Ma la scelta del governo non convince del tutto i Comuni.
“A noi interessano risposte positive sui temi che abbiamo proposto, se una settimana in più serve per approfondire e dare risposte in quel senso, ben venga” dice il sindaco di Torino e presidente dell’Anci, Sergio Chiamparino – Comunque anche di fronte alle posizioni che sono emerse in Commissione bicamerale, il rinvio mi sembra saggio, ma non so se sufficiente. Ma questo non sono in grado di valutarlo ora, valuteremo i testi che ci verranno proposti”.
“Resta fermo -conclude Chiamparino- che nostro giudizio dipenderà dalle risposte ai punti che abbiamo sollevato e che tutti conoscono, perchè li abbiamo consegnati ieri nero su bianco”.
In trincea il Pd e il Terzo Polo di Fini e Casini. “Una proroga di pochi giorni non è adeguata alla complessità dei problemi relativi al federalismo municipale” commenta Linda Lanzillotta.
“Presenteremo un emendamento al milleproroghe – ribadisce Mario Baldassarri di Fli – per chiedere una proroga di 5-6 mesi sulla delega”.
“Avevamo ragione noi. – osserva Davide Zoggia, responsabile enti locali del Pd – Prendiamo atto che c’è stata una decisione sulla proroga ma dobbiamo essere oggettivi e dire la verità : la proposta di rinvio di una settimana è solo una presa in giro. I testi devono essere riscritti prendendo il tempo che sarà necessario e tenendo conto degli importanti rilievi emersi in questi mesi”.
Fini e Casini hanno stretto all’angolo Bossi che non sa come uscirne: in commissione il governo non ha la maggioranza e se insiste va sotto.
In tal caso dovrebbe mettere in atto la minaccia della crisi di governo, ma il premier non vuole.
Alla fine è la Lega che rischia grosso, pressata tra esigenze di governo e volontà del suo elettorato.
E il senatur stavolta non può pensare di cavarsela con la solita raffinata pernacchia: quello che rischia di finire spernacchaito è lui e la sua patacca spacciata per federalismo.
Non potrebbe neanche più venderla come la panacea di tutti i mali ai beoti padani.
Beoti si, ma fino a un certo punto.
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