LA PETIZIONE “REMAIN” LANCIATA DA MILITANTE DEL “LEAVE”, ORA GLI SI RITORCE CONTRO
OLIVER HEALY AVEVA PROMOSSO LA SOTTOSCRIZIONE QUANDO I PRO-EUROPA ERANO DATI IN VANTAGGIO
Un mese fa, il 23 maggio, l’attivista “nazionalista” William Oliver Healey era preoccupato.
Lui è un forte sostenitore del “Leave” e in quel periodo danno il Remain, ovvero il “restare” in Europa, in testa a quasi tutti i sondaggi.
Così Healey prepara un testo, una petizione, da far firmare ai cittadini e da inviare al Parlamento (che li prende in oggetto se superiori alle 100mila firme entro 21 giorni). Il testo dice che affinchè i referendum sulla Brexit sia valido bisognerebbe “applicare una regola secondo la quale se le preferenze a ‘remain’ o a ‘leave’ sono sotto al 60% su un’affluenza inferiore al 75%, allora dovrebbe esserci un altro referendum”.
Healey, di cui oggi si legge nei social tutta la gioia per la Brexit, aveva pensato a una formula in cui, in caso di vittoria dei Remain, si potesse fare un secondo referendum. Ironia della sorte però oggi proprio la sua petizione, pensata per agevolare i leave, è diventata il simbolo di speranza di tutti quei londinesi e quei giovani che vogliono rimanere in Europa.
E così oggi ad esempio la petizione di Healey ha raggiunto e superato 3 milioni di firme.
Lo stesso Healey si è accorto in queste ore di quello che stava succedendo e lui, fervente sostenitore del Leave, si è affrettato a spiegare su Facebook l’accaduto.
Inizia con un “carissimi” rivolto ad altri simpatizzanti della Brexit e spiega di aver creato la petizione “un mese fa, quando i sondaggi dicevano che avrebbe vinto il remain”.
Spiega inoltre che era un modo per tutelare i leave in caso di sconfitta e che ora la sua causa è diventata simbolo della campagna opposta ma che “comunque, se non fosse stata la mia, qualcun altro l’avrebbe fatta”.
Ma anche se inconsapevolmente ore Healey ha dato il via a un segnale che non può essere ignorato dal Parlamento il quale, però, potrebbe facilmente bocciare l’idea di fare ancora un referendum.
Forse una prima discussione sulla petizione ci sarà già martedì ma secondo gli esperti la bocciatura è molto probabile.
Ma quei 3 milioni di firme nate da una petizione pro-leave e diventate ora il cavallo di battaglia dei remain fanno comunque paura alla politica.
Vedi Farage, l’ultranazionalista dell’Ukip, che si è già affrettato a denigrare quest’ultima petizione.
Ad oggi appare comunque molto più probabile, come già annunciato anche da fonti governative, la possibilità che la Scozia indica un secondo referendum sull’indipendenza piuttosto che il secondo referendum chiesto online.
O almeno, è quel che spera Healey.
(da “Huffingtonpost”)
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