LA POLIZIA FERROVIARIA E LA DIGOS SMENTISCONO SALVINI, CHE AVEVA SOSTENUTO CHE I GUASTI AVVENUTI SUL NODO FERROVIARIO DI ROMA FOSSERO UN ATTO DI SABOTAGGIO: “NON CI SONO PROVE”
IN QUEI DUE GIORNI SI È VERIFICATO UN GUASTO ALLA CABINA ELETTRICA DI PORTA MAGGIORE, CHE AVEVA LASCIATO SENZA CORRENTE A CASCATA L’INTERA RETE FERROVIARIA ITALIANA… LA DENUNCIA DEI SINDACATI
Non ci sono elementi per affermare che i guasti avvenuti sul nodo ferroviario di Roma il 14 e il 15 gennaio 2025 siano stati frutto di sabotaggio. Potrebbero, in teoria, essere compatibili con eventi dolosi, ma per ora non esistono prove in questo senso. È una prima conclusione a cui è giunta la Polizia ferroviaria di Roma che ha prodotto una relazione, condivisa con la Digos, cui è allegato un documento tecnico della Doit Roma, la struttura manutentiva di Rfi.
Una relazione – destinata a essere depositata nell’inchiesta della Procura capitolini sui presunti sabotaggi denunciati da Ferrovie dello Stato – che smentisce il racconto governativo di una rete di sabotatori.
L’esposto riguardava cinque episodi che hanno determinato, tra l’11 e il 15 gennaio, caos e ritardi: per Fs non si poteva escludere “in radice l’ipotesi di una situazione connessa ad attività interne e/o esterne volutamente mirate a colpire gli asset aziendali con la finalità di destabilizzare, anche a livello istituzionale e governativo, il Gruppo Fs e il relativo management”.
Tesi condivisa dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che alla Camera, il 21 gennaio, aveva detto: “Da anni la rete ferroviaria è oggetto di attacchi. (…) Abbiamo un quadro preoccupante di incendi dolosi, guasti, problemi elettrici. Episodi che si sono verificati con sconcertante regolarità”. Ma se è vero che ci sono stati episodi come la catena di una bicicletta lanciata volutamente sui cavi elettrici di un binario a Montagnana (Padova), è anche vero che in alcuni dei casi citati nell’esposto di Fs i primi accertamenti della Polfer tendevano a escludere un atto doloso.
Nella denuncia, per quel che riguarda Roma, si fa riferimento a due episodi, il 14 e il 15 gennaio. Il primo giorno, dalle 18.10 alle 18.57, quando si era verificata una “disalimentazione alla linea di contatto di Roma Termini”: in pratica, un guasto alla cabina elettrica di Porta Maggiore aveva lasciato senza corrente elettrica l’intero nodo della Capitale, problema che ha avuto una ricaduta su tutte le linee ferroviarie.
Problema elettrico che si è ripetuto anche il giorno successivo, 15 gennaio, dalle ore 5.10, stavolta al deposito Mav (Manutenzione Alta Velocità) del nodo di Roma. Quello stesso giorno la decisione di Fs di rivolgersi alla Digos. Per adesso i risultati delle verifiche su questi due episodi vanno in senso opposto al sabotaggio.
Vedremo se saranno confermati nel corso dell’inchiesta o se emergeranno nuovi elementi. E si attendono anche i risultati sugli altri tre casi segnalati nell’esposto di Fs. Per i sindacati dei trasporti, però, il problema è un altro. In una denuncia dell’Usb all’Ispettorato del lavoro il 21 novembre 2024, ad esempio, si parla di “affidamenti di mansioni di particolare responsabilità professionale (…) a lavoratori in apprendistato con scarsa esperienza”, mentre un documento interno di Rfi, datato 10 gennaio, conferma come al settore delle riparazioni manchino 700 capi tecnici.
Intanto i ritardi dei treni continuano. Giovedì un incendio (per i pm di Firenze doloso) vicino alla ferrovia Tirrenica ha creato disagi sulla Roma-Genova. Lunedì invece a generare ritardi è stato un guasto a una cabina elettrica sulla Roma-Avezzano. Il Gruppo FS, contattato dal Fatto, ribadisce che le indagini sono ancora in corso.
(da agenzie)
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