LA PROPOSTA DI LETTA DI TASSARE I PATRIMONI SOPRA I 5 MILIONI DI EURO PER CREARE UN FONDO PER I GIOVANI DA SPENDERE IN FORMAZIONE E IMPRENDITORIA GIOVANILE NON E’ CAMPATA IN ARIA
DRAGHI RISPONDE DICENDO “E’ IL MOMENTO DI DARE SOLDI NON DI CHIEDERLI”: ALLORA DICA CHE STA DANDO SOLDI NON SUOI MA IN PRESTITO DALLE BANCHE E CHE DOVREMO RESTITUIRE… LA PROPOSTA DI LETTA NON CREA DEBITO E NON SPUTTANA I SOLDI DI TUTTI… IN EUROPA LA TASSA DI SUCCESSIONE NON E’ UNA FARSA COME IN ITALIA
La tassa sulla successione in Italia esiste da decenni.
Una prima raccolta legislativa organica è stata inserita in un Regio Decreto del 1923. L’imposta fu poi riformata nel 1972 e successivamente sostituita dal Testo Unico del 1990. Com’è noto, il Governo Berlusconi nel 2001 decise di eliminarla con la legge 383, nota come Tremonti-bis, ma è stata poi reintrodotta nel 2006 dal Governo Prodi con le caratteristiche tuttora in vigore.
In cosa consiste.
Chi oggi riceve in successione (o in donazione) beni immobili o diritti su beni immobiliari paga: una aliquota del 4% del valore complessivo netto se l’erede è il coniuge o un parente in linea retta, con una franchigia di un milione euro; del 6% sul valore complessivo netto eccedente i 100mila euro, se l’erede è un fratello o una sorella oppure un parente fino al quarto grado (in questo caso senza franchigia); dell′8% senza franchigia per tutti gli altri casi. I partiti di centrosinistra da tempo chiedono un inasprimento della tassa sul patrimonio immobiliare perché ritenuta troppo bassa.
Alla Camera giace dalla scorsa legislatura una proposta di legge, mai discussa, di Sinistra Italiana che puntava ad aumentare le aliquote, ricordando come – dati Bankitalia – le modifiche apportate a cavallo del Duemila prima dal Governo D’Alema e poi da quello Berlusconi “abbiano portato dal 32 al 40 per cento la percentuale di famiglie ricche che lasciano un’eredità, e dal 26 al 31 per cento quella delle famiglie povere”.
Secondo uno studio degli economisti Salvatore Morelli e Paolo Acciari che analizza le dichiarazioni di successione a partire dalla metà degli anni Novanta, i patrimoni ereditati non solo hanno aumentato il loro valore, ma sono diventati sempre più concentrati nelle mani di pochi. Al tempo stesso, è calato il peso della tassazione su questi trasferimenti.
La proposta del Pd.
La proposta lanciata dal leader Pd vuole destinare ai giovani con un reddito medio-basso un assegno da diecimila euro al compimento dei diciotto anni.
L’intento, nobile, è di aumentare in maniera progressiva le aliquote sulle successioni e per le donazioni superiori ai 5 milioni di euro, in modo da creare un fondo che finanzi la dote, secondo le stime dem, per 280mila neomaggiorenni.
Secondo i calcoli del Nazareno, i destinatari sarebbero quindi circa la metà dei diciottenni italiani. I soldi della dote potrebbero essere spesi in formazione e istruzione; lavoro e piccola imprenditoria; casa e alloggio. Il costo della misura sarebbe di circa 2,8 miliardi annui e verrebbe finanziato portando al 20% l’aliquota massima di tassazione per le eredità e le donazioni tra genitori e figli superiori ai 5 milioni di euro, mantenendo la franchigia di un milione di euro.
La tassa di successione negli altri Paesi Ue.
Tra le ragioni a sostegno di una stretta sui patrimoni immobiliari viene citato il confronto con gli altri Paesi dell’Ue. Se in Italia un figlio (o coniuge) che riceve in eredità dai genitori (o dal coniuge defunto) una o più case sconterà una aliquota del 4% con una franchigia di un milione di euro, in Francia si oscilla tra il 5 e il 45% e una franchigia da soli 100mila euro per i figli, mentre i coniugi sono esentati.
In Germania l’aliquota varia tra il 7 e il 30% e la franchigia non supera i 500mila euro.
Nel Regno Unto l’aliquota è al 40% ma solo per i figli, i coniugi sono esentati, mentre in Spagna si varia tra il 7 e 34% ma con variazioni a seconda delle comunità autonome che possono intervenire con disposizioni regionali.
Pertanto dalle tasse di successione l’Italia incassa circa 800 milioni, contro i 6 miliardi della Gran Bretagna, i 7 miliardi della Germania, i 2,7 miliardi della Spagna e i 14 miliardi della Francia.
(da agenzie)
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