LA RABBIA DEI GESTORI DEI LOCALI: “GIUSTO FARE CONTROLLI, MA CHE SENSO HA ARRIVARE IN TENUTA ANTI-SOMMOSSA ALLE 20.30, MENTRE LA GENTE CENA?”
DOPO LA BATTAGLIA DI TORINO TRA POLIZIA E GIOVANI DEI CENTRI SOCIALI, FIOCCANO LE POLEMICHE
«Non è giusto che tutto si ripercuota su chi sta lavorando». «Mi hanno devastato il dehors e adesso devo ricomprare qualsiasi cosa». «Qui abbiamo perso tutti l’incasso dei locali».
Alle undici di sera, quando la battaglia non è ancora finita e i locali si sono svuotati da un pezzo, la paura, tra i gestori, lascia spazio alla rabbia.
Si sentono tra l’incudine e il martello. Hanno chiesto un patto per la sicurezza, e adesso – in un martedì notte di tensione altissima, con le serrande giù e i cocci da spazzare via – contano i danni e pensano a quello che verrà .
«C’è un problema di gestione della piazza – dice un’esercente -. È giusto fare i controlli contro gli abusivi e gli spacciatori, ma arrivare in tenuta anti-sommossa alle 20,30 mentre la gente mangiava ha fatto salire la tensione. Ovvio che i centri sociali abbiano avuto vita facile».
I signori della movida hanno facce tese, preoccupate. Hanno visto gli scontri, i clienti seduti ai tavolini in mezzo alla battaglia tra la polizia e i centri sociali in via Giulia di Barolo, nel tratto tra la piazza e Corso Regina Margherita dove c’è stata la carica degli agenti intervenuti in difesa di tre funzionari che si stavano allontanando. Li hanno accerchiati, malmenati.
«Noi eravamo seduti lì. E siamo stati travolti da chi fuggiva, e chi provava a cercare un riparo» raccontano i ragazzi in pantaloncini corti. Hanno negli occhi le scene di panico. Fuori, dentro i locali.
Passeggiano non lontano dai resti sui pochi tavoli rimasti in piedi, dove ci sono i resti di quella cena: orecchiette al pesto e al sugo, un piatto d’insalata. Il resto è finito per terra insieme ai bicchieri di vetri rotti in mille pezzi, le bottiglie d’acqua franate giù assieme alle caraffe.
Tra i tavoli, prima di scappare alcuni avventori se l’erano presa coi manifestanti: «Adesso scappate». Poi però, anche loro, sono dovuti andare via.
Quando le undici sono passate da un pezzo in piazza sono rimasti tanti giovani, non tutti di Askatasuna. Dal megafono c’è chi attacca la sindaca «perchè finora qui a Vanchiglia non si erano mai viste scene come queste». E i gestori, lì in mezzo, scuotono la testa. «Qui hanno distrutto tutto».
(da “La Stampa”)
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