LA REPLICA DEI BENETTON A CONTE: “SEMPRE RISPETTOSI CON ISTITUZIONI QUANDO SIAMO STATI SOLLECITATI A ENTRARE IN DIVERSE SOCIETA'”
PER AUTOSTRADE UN DEFALT DA 19 MILIARDI, A RISCHIO INVESTITORI E RISPARMIATORI ITALIANI
La famiglia Benetton “ha sempre rispettato le istituzioni: quando in passato è stata sollecitata ad entrare in diverse società , così come oggi”. È quanto filtra da ambienti vicini agli imprenditori di Ponzano Veneto, che ricordano così il ruolo avuto negli anni negli investimenti in Alitalia, Autostrade e altre società in via di privatizzazione.
La posizione della famiglia è una replica alle parole durissime che Giuseppe Conte ha pronunciato in un’intervista al Fatto Quotidiano: “La mia sensazione – ha detto il premier – è che Autostrade, forte dei vantaggi conseguiti nel tempo e di una concessione irragionevolmente rinforzata da un intervento legislativo, abbia scommesso sulla debolezza dei pubblici poteri nella tutela dei beni pubblici. A un certo punto Aspi si è irrigidita confidando, evidentemente, nella caduta del mio primo governo. Con questo nuovo governo si è convinta di avere forse delle carte da giocare e ha continuato a resistere. Solo all’ultimo si è orientata per una soluzione transattiva. La verità è che le varie proposte transattive fatte pervenire da Aspi non sono soddisfacenti”. Ed ancora: “Quando ho letto la proposta – spiega Conte – ho pensato a uno scherzo. I Benetton non prendono in giro il presidente del Consiglio e i ministri, ma i famigliari delle vittime del ponte Morandi e tutti gli italiani”.
È di 19 miliardi l’effetto default che l’eventuale revoca della concessione di Autostrade potrebbe provocare: circa 10 miliardi sono i debiti che la mancanza di risorse dovuta alla riduzione della penale prevista dal Milleproroghe avrebbe su Autostrade per l’Italia mentre circa 9 miliardi sarebbe l’impatto a cascata su Atlantia.
Si tratta di importi in gran parte detenuti da investitori istituzionali e grandi istituzioni finanziarie italiane ed europee, oltre che – per 750 milioni – relativi ad un prestito obbligazionario retail Aspi detenuto da 17.000 piccoli risparmiatori.
L’articolo 35 del decreto Milleproroghe – secondo quanto spiegato dall’Ad di Atlantia – avrebbe un impatto di default perchè mancherebbero le risorse per il ripagamento di quasi 10 miliardi di debito complessivo.
A cascata l’impatto si ripercuoterebbe sul ripagamento di 9 miliardi di debito di Atlantia (che controlla l′88% del capitale di Autostrade per l’Italia ed è garante inoltre di circa 5 miliardi di debito della controllata).
L’ammontare di debito complessivo in default (oltre 19 miliardi) avrebbe serie conseguenze sui mercati obbligazionari e bancari europei visto che la maggior parte del debito è rappresentato da titoli quotati detenuti da grandi investitori di debito internazionali, oltre che da grandi istituzioni finanziarie europee (come Bei) e italiane (come Cdp), oggetto anche di prestiti Ltro della Bce.
A rischio anche un prestito obbligazionario retail (per 750 milioni) detenuto da circa 17.000 piccoli risparmiatori italiani.
(da “Huffingtonpost”)
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