LA ROMA AVVERTE LA RAGGI: “SE FERMERA’ LO STADIO FAREMO RICHIESTE DANNI MILIONARIE”
“E’ STATO AUTORIZZATO E ALCUNI INVESTIMENTI SONO GIA’ STATI FATTI”… OPERA A CARICO COMPLETO DEI PRIVATI E 400 MILIONI DI LAVORI DI URBANIZZAZIONE A FAVORE DEL COMUNE
Se la prossima Giunta di Roma Capitale farà passi indietro sul progetto dello Stadio della Roma nell’area di Tor di Valle andrà incontro ad azioni legali e richieste di risarcimento milionarie.
E’ un’extrema ratio che al momento, dice Mauro Baldissoni, direttore generale dell’As Roma, non viene presa in considerazione, chiunque sarà il vincitore del ballottaggio di domenica prossima nella Capitale tra Virginia Raggi e Roberto Giachetti.
Ma che comunque non viene esclusa quando gli vengono fatte notare le perplessità espresse da esponenti del Movimento 5 Stelle e dalla candidata Raggi sul progetto del nuovo Stadio della Roma fortemente voluto dal presidente James Pallotta.
“È un buon progetto e sono sicuro che chiunque lo conosca bene non possa che sostenerlo”, aggiunge Baldissoni.
“Come peraltro già dicono di fare tutti i candidati, in modalità diverse. Ora siamo in una fase amministrativa del progetto, in cui le valutazioni sono solo di tipo tecnico. Non spetta al futuro sindaco fare valutazioni politiche, se vorrà assumersi la responsabilità di opporsi al progetto – ma lo ritengo improbabile – dovrà assumersi anche i costi, visto che è stato autorizzato e molti investimenti sono stati già fatti”.
Costi che superano “i 100 milioni di euro”, mette in chiaro Baldissoni nella sede della società di comunicazione e consulenza Comin&Partners, dove insieme a Giovanni Marroccoli, (Operations & Managing Director-Italy di Lend Lease) e Simone Contasta (Responsabile Progetto Tor di Valle – Parsitalia Real Estate), ha presentato ai giornalisti il progetto definitivo appena consegnato. “Ci sono una serie di qualità progettuali mai viste a Roma, non si tratta di una lottizzazione, non è quel tipo di progetto”, assicura Contasta.
Sullo stadio della Roma la candidata sindaco del Movimento 5 Stelle Virginia Raggi ha assunto una posizione più cauta rispetto a quella presa sulle Olimpiadi di Roma 2024 intorno alle quali sta ruotando lo scontro politico pre-ballottaggio, ma comunque controversa e foriera di preoccupazioni per gli investitori: “Lo stadio si può fare se rispetta la legge e il Piano regolatore. Ma prima vogliamo ripristinare la legalità che a Roma manca. Al momento il progetto definitivo non è stato integralmente depositato, aspettiamo le carte”, ha dichiarato Raggi il 10 giugno.
Toni più morbidi rispetto a quelli usati a marzo scorso, quando aveva espresso forti dubbi sulla scelta del sito fatta dalla società sportiva: “Da sempre sullo stadio abbiamo espresso il nostro più totale favore, ma non può essere costruito in quell’area. Invitiamo a individuare un altro sito”.
E’ un capitolo delicato quello dell’area indicata dalla As Roma per l’edificazione del nuovo Colosseo del calcio e delle opere connesse.
“Non si può dire ‘lì no’ perchè la scelta del sito è stata fatta con lunghe procedure seguendo le indicazioni di due giunte comunali, quella di Marino e quella di Alemanno”, dice Baldissoni.
E’ una replica nemmeno tanto velata a Virginia Raggi che sempre a marzo non escludeva l’ipotesi di ritirare la delibera di pubblica utilità dello stadio nella zona di Tor di Valle: “Magari la ritiriamo e lo facciamo da un altra parte”.
In un’intervista a Radio Radio la grillina avvertiva: “Tor Di Valle allo stato attuale appare una operazione speculativa, alla quale noi ci opponiamo” perchè “prevede un milione di metri cubi di cemento di cui solo il 14 per cento è stadio. Il resto sono uffici e centri commerciali. Nel quadrante sud est ci sono delle aree che si prestano al progetto, Tor Vergata sembrerebbe”.
Tuttavia, le parole della Raggi di pochi giorni fa (“aspettiamo le carte”) vengono lette come un segnale di distensione rispetto alla posizione inizialmente oltranzista. Posizione cavalcata però anche da altri esponenti vicini al Movimento 5 Stelle.
In primis dal “candidato” assessore M5S all’Urbanistica e al Patrimonio Paolo Berdini che pochi giorni fa su Radio Radicale ha accusato l’amministrazione uscente di non aver svolto una efficace regia pubblica “perchè il progetto del nuovo Stadio comporta un miliardo di euro di mancato incasso”.
Soldi che potrebbero essere spesi, secondo Berdini, per altre opere.
L’uscita di Berdini ha innescato la reazione di Giovanni Caudo, ex assessore all’Urbanistica con Marino, che in un post su Facebook ha replicato che “non c’è nessun miliardo di mancato incasso di oneri per il Comune, semmai il contrario”, difendendo l’operato della giunta Marino che “ha invece condizionato il sì al progetto dello Stadio alla realizzazione di opere pubbliche extra (quindi oltre quelle previste dagli standard di legge) per circa 200 milioni di euro”.
L’urbanista Berdini, dato per certo come assessore in un’eventuale giunta M5S, ha da molto tempo espresso rilievi sul progetto Tor di Valle: già un anno e mezzo fa criticava la scelta del sito: “Nessuna legge vietava che il sindaco Marino imponesse di costruire lo stadio in un altro quadrante della città , dove gli oneri di urbanizzazione dovuti per legge e i maggiori oneri dovuti alla contrattazione urbanistica, avrebbero prodotto un beneficio più ampio per l’intera popolazione romana”, scriveva Berdini in un suo blog sul FattoQuotidiano.it .
“E’ un progetto interamente finanziato dai privati che ha un valore di 1,7 miliardi di euro, di cui più di 400 milioni spesi per opere pubbliche”, ha dichiarato Contasta.
“Si tratta di circa il 30% delle risorse stanziate che va in lavori di compensazione traducendosi in benefici per la collettività . Una percentuale in linea con quella europea”.
Sono diversi gli interventi infrastrutturali previsti dal progetto: ponte carrabile sul Tevere e viadotto di approccio, svincolo dell’autostrada Roma-Fiumicino, riunificazione e messa in sicurezza della via Ostiense, ponte ciclopedonale della Magliana, prolungamento di tre chilometri della linea B della metropolitana a Tor di Valle con ponte che si andrà ad affiancare alla linea della Roma-Lido, la messa in sicurezza del Fosso del Vallerano (al di fuori del perimetro dell’area di intervento ma a rischio allagamento)
Gli attori in campo hanno quindi messo sul tavolo tutti i punti di forza del progetto che dovrebbe trasformarsi in realtà in vista della stagione calcistica 2019/2020. “Abbiamo scelto un’area, Tor di Valle, già prevista come edificabile: il nostro intervento sarà di riqualificazione urbana di una zona degradata che andrà ad unire due quadranti della città “, dice Contasta.
Ma la scelta del quadrante, per ora, resta il punto più divisivo tra le posizioni assunte dai due candidati al ballottaggio.
Di certo c’è l’appoggio di Roberto Giachetti: “Il posto dove fare lo stadio della Roma lo scelgono i privati. E’ un intervento tutto privato che lascerebbe 400 milioni di opere di urbanizzazione. Possiamo dire sì o no, non possiamo dire lo facciamo da un’altra parte. Il Consiglio comunale ha già preso una decisione e M5S ha votato contro”, ha detto il candidato Pd dal palco di Unindustria.
Ma bisognerà aspettare il risultato dei ballottaggi per capire come si muoverà la futura giunta. “Sono convinto che nessuno possa immaginare di rinunciare a questo progetto. Non abbiamo incontrato i candidati ma sicuramente vedremo il nuovo sindaco dopo che sarà eletto”, ha detto Baldissoni.
Resta sul tavolo l’incognita Raggi, se venisse eletta sindaco di Roma: in tal caso, qualora nel Movimento 5 Stelle dovesse prevalere la linea dura sullo Stadio di Tor di Valle, la prima cittadina della Capitale sa già di dover fare i conti con una richiesta di risarcimento danni per milioni di euro.
È avvisata.
(da “Huffingtonpost“)
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