LA RUSPA C’E’, I LEGHISTI DEL SUD NO: A PONTIDA SALVINI STRETTO TRA LE SUE CONTRADDIZIONI
BOSSI E CALDEROLI CONTRO IL PARTITO NAZIONALE, SCRITTE SECESSIONISTE CHE NESSUNO OSA FAR TOGLIERE, POCHI RAPPRESENTANTI DEL MERIDIONE DOVE LA LEGA HA PRESO LA FACCIATA
Tra salamelle e cornamuse, con 12 eurini potete comprarvi la nuova icona padagna in miniatura: una ruspina che può esservi utile per grattarvi la schiena in caso di scabbia.
Per il resto il solito folklore da osteria (“più rum meno rom”), facce dipinte, cornuti senza mogli al seguito, striscioni fecali (“I-talia di merda – secessione”), non più di 10.000 i presenti, nulla a che vedere coi tempi d’oro del Senatur.
Sono poi poche centinaia i neoacquisti di “Noi per Salvini”, immagine evidente del “bagno elettorale” che le liste leghiste hanno fatto in Meridione.
Basti dire che il pulman più a sud viene da San Benedetto del Tronto.
E’ un Salvini in difficoltà quello che arringa il popolo padagno, non a caso fa un intervento ecumenico: la sua operazione “nazionale” è fallita e presta il fianco alle critiche interne, neanche più sotterranee, della base tradizionale.
Base di cui si fanno interpreti Bossi e Calderoli che si permette persino di dire “Piuttosto che scrivere uno statuto nazionale e centralista mi taglio una mano, mio nonno diceva Bergamo nazione e tutto il resto meridione…”.
Mentre Bossi dal palco stuzzica: “La Lega è nata per ridare libertà al Nord, non si vince prendendo voti qui e là ”.
Insomma non proprio l’immagine di una famiglia unita, diciamo piuttosto di separati in casa, finchè più che la convivenza regge la convenienza (leggi poltrone).
Al di là delle solite invettive, nel discorso di Salvini emergono solo tre proposte: l’abolizione della Saie, quella dei prefetti e il servizio civile obbligatorio.
Più che da statista, roba da settimana enigmistica, insomma.
Il problema è che martellare sulla xenofobia è facile e rende, per governare l’Italia bisognerebbe prima saper almeno far quadrare i conti del proprio partito.
E magari avere qualche idea propria, senza scopiazzarla qua e là .
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