LA SCUOLA DI VARESE CHE HA CHIUSO LA PORTA IN FACCIA A VANNACCI
IL CONSIGLIO DOCENTI RESPINGE IL SUO INCONTRO-COMIZIO… SE LO VADA A FARE IN VIA BELLERIO SE GLI APRONO ANCORA LA PORTA
Vannacci. Ma anche no. Come al Newton di Varese, scuola a indirizzo tecnico che ha chiuso la porta in faccia al vice segretario della Lega. Decisione della stragrande maggioranza del corpo docente maldisposto a ospitarlo per un incontro suggerito non sappiamo bene da chi. Ma il problema non è questo. Chiunque abbia avuto la pensata, forse non ha fatto i conti con la personalità del personaggio, con le sue teorie, con posizioni che sparigliano e dividono. Che a una platea di studenti possono creare disorientamento se non acquisite con un doveroso contradditorio. Un confronto, insomma, che non ci pare sia stato previsto dai sostenitori del Generale al Newton.
Per dirla in un altro modo, Vannacci si sarebbe presentato a scuola per un comizio, né più né meno. Per fare propaganda, come se non ne facesse già a sufficienza quanto spara le sue convinzioni a beneficio dei media che le rilanciano a tutta pagina, come si diceva una volta.
“Censura” accusano in molti sui social, catalogando la scuola varesina tra quelle più “rosse”, cioè comuniste. Naturalmente non è così, ma i social non hanno riguardo per nessuno, semplificano, additano, insultano. Come se non ci fosse un domani. E riprendono, in molti messaggi, l’esortazione vannacciana di entrare nelle scuole, di incontrare i giovani e con loro dialogare. Sull’esempio del Charlie Kirk, l’attivista politico assassinato negli Usa.
Un progetto, un’idea, una speranza. Per raccontare ai ragazzi che cosa? Un esempio tra i tanti discutibili e destabilizzanti. Sostiene Vannacci: «Credo che delle classi (scolastiche, ndr) con ‘caratteristiche separate’ aiuterebbero i ragazzi con grandi potenzialità a esprimersi al massimo, e anche quelli con più difficoltà verrebbero aiutati in modo peculiare”
Una posizione nettamente discriminatoria contraria ai concetti di inclusione, altro che balle. Questo bisogna insegnare ai giovani? In aggiunta: “… rivendico a gran voce il diritto all’odio e al disprezzo e a poterli manifestare liberamente nei toni e nelle maniere dovute”.
Parole che a suo tempo avevano scosso anche la Lega, oggi sempre più distante dal vannaccismo e non solo per la batosta elettorale in Toscana. Qui non si tratta di vietare al Generale di parlare (nel nostro Paese parlano tutti, spesso a sproposito), ma di valutare i contenuti di ciò che esprime e diffonde.
Ricordiamo il Remigration Summit di Gallarate, raduno razzista fatto passare come massima espressione della libertà di dire ciò che si vuole. Anche a costo di calpestare i minimi diritti democratici, questi sì di libertà. A meno che il mondo giri davvero al contrario, come teorizza Vannacci nel suo famoso libro. Ma non nel modo che dice lui, bensì regredendo, al contrario dei buoni principi, della civile convivenza e del rispetto altrui, del senso di umanità e del buon senso, punti cardini della scuola. Non si tratta di essere fascisti o comunisti, di destra o di sinistra, ma semplicemente Persone.
(da agenzie)
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