LA TASSA DI SUCCESSIONE SULLE MACERIE DEL TERREMOTO DI AMATRICE: L’ULTIMA BEFFA
CHI EREDITA LE CASE DISTRUTTE DOVRA’ PAGARE LE IMPOSTE CATASTALI… IL SINDACO: “RESTITUISCO LE CHIAVI DELLA CITTA'”
Le imposte catastali sono l’ultima beffa dei terremotati di Amatrice e del resto del cratere. Sono quel tipo di tasse che si devono pagare anche per i calcinacci delle case crollate, come se fossero ancora in piedi.
Erano state abolite nel 2009 per i terremotati dell’Aquila, e a quanto pare, come ha detto Alberto Civica, segretario Uil Roma e Lazio, al Messaggero, «Bastava poco, appena copiare e incollare l’articolo 1 dell’ordinanza 3892/2017 della presidenza del Consiglio dei ministri, che prevedeva l’esenzione dalle imposte di successione ipotecarie, catastali e di bollo. Ora invece siamo in un vulnus burocratico da cui Palazzo Chigi dovrà uscire».
Il settimana è in programma un incontro tra il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi e il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni per affrontare questo e altri problemi.
Come quello della burocrazia che blocca la ricostruzione e lo smaltimento delle macerie.
Un’infografica del Corriere della Sera ci racconta che la ripulitura è cominicata parzialmente soltanto nelle Marche (64mila tonnellate su 850mila) e nel Lazio (93mila su un milione), mentre per le Marche saranno consegnate nei prossimi giorni le prime 26 casette e nel Lazio ne sono già state consegnate 87.
E i lavori? Solo in 32 case danneggiate dal terremoto sono iniziati. E le casette consegnate e abitate no sono più di 188. Nelle Marche sono ancora zero.
Ad Amatrice deve ancora essere bandita la gara per la rimozione delle macerie. Spiega Virginia Piccolillo sul Corriere:
Da più parti il nemico principale viene indicato con lo stesso nome: burocrazia. Persino i tecnici che dovrebbero fare domanda a nome dei proprietari per ricostruire o riparare i danni esitano. Perchè? «Non si capisce niente. Ogni quindici giorni c’è un’ordinanza diversa. A l’Aquila erano solo quattro, qui stiamo a una trentina. E gli uffici ricostruzione aprono poco, anche solo un giorno a settimana, con gente inesperta che non ti dà garanzie di avere azzeccato quello che viene richiesto. Poi devi mandare tutto su una piattaforma che nemmeno funziona bene e alla fine non ti arriva risposta», si lamenta Luigi geometra di Montereale. Lì, in Abruzzo, il terremoto precedente, quello dell’Aquila, non aiuta affatto. Anzi. Le pratiche sono distinte. E ciascuno deve distinguere le crepe provocate dal primo e dal secondo sisma, cosa non sempre possibile.
I ritardi infiniti nella ricostruzione
Intanto il Comune di Amatrice ha installato 14 cartelli con la scritta ‘No selfie. Luogo di rispetto!’ in altrettante zone del centro storico distrutto dal sisma della scorsa estate. L’iniziativa era stata annunciata nei mesi scorsi dal sindaco Sergio Pirozzi che in un caso aveva anche allontanato delle persone trovate a scattarsi una foto nella zona rossa.
“Continuate a volerci bene — ha scritto sul suo profilo Facebook lo stesso primo cittadino mostrando il cartello — e rispettare il nostro dolore. Amatrice è forte. La vostra amicizia è la nostra forza”.
“Il tema delle tasse di successione sulle macerie, di cui in questi giorni si parla sui media, è essenziale e particolarmente delicato”, ha detto ieri in una nota il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi.
“Importante e delicato — aggiunge il primo cittadino del comune reatino colpito dal sisma della scorsa estate — al punto che per mesi, insieme alla mia Giunta, abbiamo ragionato sull’impostazione da dare alla cosa e su come risolvere la problematica, che è tra le più urgenti. È impensabile che si debba pagare una tassa su un bene frutto dei sacrifici di intere famiglie e che oggi, peraltro, non esiste più. Penso ai tanti orfani che saranno costretti a esborsare denaro per qualcosa che proviene loro dai genitori, dai nonni, dagli avi. Oggi quelle proprietà sono macerie, e oltre ai lutti, al dolore, alle tante difficoltà , queste persone si troveranno di fronte anche questo scoglio. È qualcosa di profondamente ingiusto — aggiunge Pirozzi -, e per questo la scorsa settimana abbiamo emanato una delibera di giunta per chiedere, insieme ad altri interventi urgenti ed essenziali, anche questo: che la tassa di successione sia abolita”.
(da “NextQuotidiano”)
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