LA TEORIA KALERGI CHE PIACE A SALVINI
NELLA LOTTA A CHI E’ PIU’ RAZZISTA NON C’E’ PARTITA
Ci sono gare che è impossibile vincere: quella di Fratelli d’Italia per superare a destra la Lega sul tema immigrazione appartiene senza dubbio alla categoria.
La corsa è cominciata con la conferenza stampa dopo la strage di Cutro e sta proseguendo in questi giorni nel dibattito parlamentare sull’omonimo decreto ma soprattutto nelle dichiarazioni pubbliche di contorno, con effetti assai poco premianti per il partito della premier.
Nell’arco di poche settimane Fratelli d’Italia si ritrova costretto a difendersi dalle accuse di xenofobia o addirittura di razzismo senza peraltro aver ricavato dalla sua performance alcun risultato né in termini pratici né di consenso.
Il fatto è che su quel terreno, il terreno dei giri di vite sulla tutela dei rifugiati, della guerra alle Ong, degli stati d’emergenza, Matteo Salvini vince sempre e comunque: è suo il partito che da vent’anni interpreta al meglio il conflitto urlato e praticato contro gli immigrati, e gli italiani che simpatizzano per quel tipo di racconto lo sanno benissimo.
Per paradosso, i leghisti hanno persino potuto concedersi lo sfizio di bacchettare Francesco Lollobrigida sull’espressione “sostituzione etnica”, un concetto legato al complottismo del Piano Kalergi che Salvini ha introdotto in Italia per primo e ha utilizzato dal 2015 in decine di dichiarazioni.
Hanno potuto farlo perché in nessun caso il loro elettorato penserà a un ripensamento o metterà in discussione la loro ostilità per ogni tipo di straniero che arriva in Italia, dagli atleti di successo ai disgraziati che sbarcano con i gommoni.
L’assoluta primogenitura della Lega sul tema è stata costruita in un ventennio di provvedimenti e proposte choc ed è impossibile da scalfire. Le ronde di privati cittadini, che qualcuno avrebbe voluto pure armate. I medici-spia, che avrebbero dovuto denunciare i malati privi di permesso di soggiorno, e addirittura i presidi-spia che avrebbero dovuto impedire l’accesso a scuola dei bambini dei clandestini.
Il divieto di iscrivere i figli all’anagrafe per chi abitava in case sotto gli standard igienico-sanitari, la tassa sulla domanda di permesso di soggiorno, le ordinanze anti-kebab, l’introduzione del reato di immigrazione clandestina.
La legge per video-collegare le moschee alle questure. I pacchi alimentari dell’emergenza Covid consegnati solo agli italiani doc. Come si può pensare di competere con questo background?
Non si può. E infatti, la Lega l’ha spuntata sempre: “Meloni cede al pressing di Salvini” è stato il titolo prevalente ogni volta che il governo ha deliberato in materia di immigrazione (e sarà anche il titolo della prossima approvazione del decreto Cutro).
Forse è vero, forse no, ma in ogni caso non si capisce perché Fratelli d’Italia continui nell’inseguimento, insista in questa corsa ingloriosa e poco remunerativa, non porti da un’altra parte il dibattito sulle emergenze del Paese impiegando le sue energie su analisi e provvedimenti che non risultino l’eco di battaglie propagandistiche altrui peraltro sconfitte dalla storia, visto che nessuna di quelle norme kattivissime è mai servita a niente.
(da La Stampa)
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