LA TV DI STATO RUSSA: “DOPO IL MOSKVA E IL PONTE DI KERCH, CONTINUERANNO A COLPIRE I NOSTRI SIMBOLI, L’ULTIMO E’ PUTIN, DIFENDIAMOLO”
IL CONDUTTORE TV SOLOVYOV: “QUANDO INIZIEREMO A COMBATTERE? MEGLIO ESSERE TEMUTI CHE DERISI”… BRAVO, DAI L’ESEMPIO, VAI A MORIRE IN PRIMA LINEA, FIGHETTO E PORTATI DIETRO IL VIGLIACCONE
Durante la trasmissione del sabato sera della tv di Stato russa, Solovyov Live, parlando con gli ospiti in studio dell’esplosione che ha colpito il ponte sullo stretto di Kerch tra Crimea e Russia, utilizzato da Mosca per il trasporto di armi, munizioni e per l’invio delle truppe nelle regioni di Zaporizhzhia e del Cherson, il conduttore Vladimir Solovyov ha accusato l’Ucraina di aver attaccato l’infrastruttura strategica «per impedire alle nostre truppe di consegnare attrezzature e armi affidabili», sottolineando che «è chiaro che seguirà l’avanzata di Kiev su Cherson e il tentativo di dividere le nostre truppe di terra per incunearsi tra Zaporizhzhia e nella città dell’Ucraina sud-orientale Enerhodar».
Il conduttore ha poi aggiunto: «Stanno agendo secondo le indicazioni della Nato: ci sono dei loro mercenari» nell’area.
E l’anchorman russo, cercando di spronare gli ospiti presenti e il pubblico a casa, ha poi domandato con toni minacciosi: «Quando inizieremo a combattere? A livello globale siamo già considerati i cattivi della situazione e allora meglio essere temuti che essere derisi. Del resto, molti politici occidentali, compresi gli americani, sanno cosa può succedere a furia di proseguire con quest’inclinazione suicida nello stuzzicarci».
«Gli ucraini continueranno a colpire i nostri simboli. Resta solo Putin, dobbiamo restare uniti per difenderlo»
Tra gli ospiti presenti in studio era presente anche il membro della Duma ed ex membro dell’esercito russo Andrey Kartapalov che ha osservato: Il ponte di Kerch non è solo un’infrastruttura militare che definisce la logistica dell’approvvigionamento delle nostre truppe in Crimea, così come quelle nelle regioni di Cherson e Zaporizhzhia. È un simbolo dell’orgoglio della Russia. Colpiscono i simboli. Dal punto di vista della logica militare l’incrociatore Moskva (affondato al largo di Odessa dopo essere stato colpito da missili da crociera antinave di produzione ucraina lo scorso 13 aprile 2022, ndr) non rappresentava una minaccia per le truppe di terra ucraine. Sono simboli incredibili».
E Kartapalov ha poi aggiunto: «Dobbiamo farci trovare preparati perché continueranno a colpire i nostri simboli. Il nostro principale simbolo rimanente è il nostro presidente Vladimir Putin: è il nostro garante e il nostro obiettivo comune deve essere quello di unirci attorno a lui. Abbiamo un presidente, il nostro Comandante Supremo, e anche noi, abbiamo fiducia in lui, e lo seguiremo fino alla fine. Cosa vogliono ottenere colpendo i nostri simboli? Putin è l’unica garanzia che tutto andrà bene. Lo ripeto: solo insieme, solo con il nostro presidente. Ognuno dovrebbe fare la propria parte. Se la Patria chiama e ci consegna una mitragliatrice, prenderemo una mitragliatrice e porteremo a termine i nostri doveri. Siamo arrivati troppo vicini al limite, al di là, c’è la scogliera».
(da agenzie)
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