LA VEDOVA BORSELLINO: “TUTTO IL MIO SDEGNO PER MANCINO”
LA LETTERA DI AGNESE: “”PAOLO VIDE MANCINO E RESPIRO’ ARIA DI MORTE”
Non ho il titolo nè la competenza per commentare conflitti di attribuzioni sorti tra poteri dello Stato, ma sento di avere il diritto, forse anche il dovere di manifestare tutto il mio sdegno per un ex Ministro, Presidente del Senato e vice Presidente del Csm che a più riprese nel corso di indagini giudiziarie, che pure lo riguardavano, non ha avuto scrupoli nel telefonare alla più alta carica dello Stato, cui oggi io ribadisco tutta la mia stima, per mere beghe personali”.
Agnese, la moglie del giudice Paolo Borsellino, che ha fatto del silenzio la sua religione, ha deciso di parlare. “Una bomba, per chi saprà capirlo”, mi ha detto.
In questi vent’anni senza suo marito ha fatto pochissime dichiarazioni, non ha frequentato le vuote passerelle delle commemorazioni di rito, nè tantomeno i salotti buoni e chiacchierati di Palermo.
à‰ rimasta a casa, con i suoi figli e con le foto e i ricordi di Paolo.
Ma non ha mai smesso di lottare per giungere ad una “verità vera”.
E alle telecamere di Servizio Pubblico dice: “Non sorprende che l’attenzione dei media si sia riversata sul Quirinale, ma il protagonista di questa triste storia è solo il signor Mancino, abile a distrarre l’attenzione dalla sua persona e spregiudicato nel coinvolgere la Presidenza della Repubblica in una vicenda giudiziaria, da cui la più alta carica dello Stato doveva essere tenuta estranea. Oggi io, moglie di Paolo Borsellino, mi chiedo: chi era e quale ruolo rivestiva l’allora Ministro dell’Interno Nicola Mancino, quando il pomeriggio del primo luglio del ’92 incontrò mio marito? Perchè Paolo rientrato la sera di quello stesso giorno da Roma, mi disse che aveva respirato aria di morte? ”.
Agnese chiede di rompere.
E chi la conosce sa quanto sia granitica la sua riservatezza, quanto negli anni abbia pesato attentamente ogni singola parola che riguardasse la strage di via d’Amelio, per timore che il suo diritto alla verità e il dolore della sua famiglia venissero strumentalizzati.
Eppure l’altra sera qualcosa è successo, perchè la signora Borsellino ha accettato di parlarmi, in un momento difficilissimo della sua vita, con un messaggio che lei stessa ha definito “una bomba, per chi saprà capirlo”.
Mi chiede però di non riprendere nulla, nè il volto, nè le mani, nè il foglio e neppure un centimetro della sua casa. Desidera rispettare fino in fondo la scelta di essere una presenza assenza.
Così vorrebbe Paolo.
Queste le sue parole, dette con voce ferma e occhi bagnati.
Francesca Fagnani
(da “Servizio pubblico”)
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